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13 Maggio 2021

Vaccinazioni Covid: a che punto è la Francia?

Scopriamo insieme come sta andando la campagna d’oltralpe fra numeri, programmi e riflessioni

Noemi Casale

Medico che si accinge a fare iniezione - vaccinazioni Francia

La Francia punta a finire la campagna vaccinale entro dicembre

In Francia oltre 18 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose di un vaccino contro il Covid: si tratta di circa il 30% su una popolazione di 67 milioni e la percentuale rientra nella media europea; quasi 9 milioni, quindi il 12%, hanno invece già fatto anche il richiamo.
I sieri autorizzati sono Pfizer (oltre 80% delle somministrazioni), AstraZeneca (10%), Moderna (5%) e Janssen (1%). A partire da lunedì 17 maggio, potranno farsi vaccinare tutti coloro che hanno più di cinquant’anni, con un po’ di anticipo rispetto alle previsioni.

La Francia ha cominciato a prepararsi alla campagna vaccinale nel luglio 2020, in anticipo rispetto ad altri stati e aspirava a coprire tutta la popolazione adulta entro agosto 2021. A oggi, l’obiettivo sembra piuttosto ambizioso: per raggiungerlo bisognerebbe somministrare circa 600mila dosi al giorno e ciò non sta avvenendo; al ritmo attuale, la soglia sarà raggiunta solo a dicembre.

Dopo aver terminato di vaccinare le categorie considerate più fragili, adesso come in Italia si ipotizza di distribuire la prima dose a quante più persone possibili, raddoppiando l’intervallo di tempo fino al richiamo. È una decisione ancora da definire, ma che potrebbe velocizzare il raggiungimento della cosiddetta immunità collettiva, concetto su cui la Francia sta spingendo molto.

Si tratta com’è noto di arrivare a una percentuale di popolazione immunizzata contro un’infezione o un virus tale che ne venga bloccata la diffusione; ciò può avvenire naturalmente o grazie a un vaccino, come si spera accada in questo caso.
Vi sono però alcuni parametri da considerare: se un siero è molto efficace, la soglia potrebbe essere abbassata e lo stesso può accadere se parecchie persone sono già entrate in contatto con la malattia e hanno sviluppato anticorpi. Se però il vaccino è imperfetto – cioè protegge la persona da effetti gravi ma non blocca la sua possibilità di contagiare – allora la percentuale di popolazione da immunizzare aumenta.
Unendo questi calcoli al fatto che si continueranno a seguire le norme del distanziamento e l’utilizzo delle mascherine, il tasso di vaccinazioni che la Francia deve raggiungere è quello del 60%. Questo non significherà aver sconfitto il virus, ma sarebbe un buon traguardo. Perciò bisogna ancora vaccinare un buon 30% della popolazione.

La situazione però presenta anche delle criticità, poiché molte persone stanno cominciando a rifiutare il vaccino AstraZeneca per paura delle possibili conseguenze e questo potrebbe portare a sprecare molte dosi acquistate che saranno presto disponibili.
Altro nodo da sciogliere riguarda la vaccinazione dei bambini. Vi è un forte dibattito sulla questione, poiché se da un lato si vuole proteggere ovviamente anche questa fascia della popolazione, dall’altro non ci sono ancora abbastanza elementi per valutare i rischi della somministrazione. In questi giorni il Canada e gli Stati Uniti hanno iniziato a vaccinare i ragazzi dai 12 anni in su, forse qualche dato in più arriverà nelle prossime settimane.

Nonostante tutto, la Francia sembra più che mai determinata a concludere la campagna vaccinale entro la fine del 2021: staremo a vedere se ci riuscirà.

 

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Categorie: Tecnologie

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