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17 Maggio 2021

Giornata contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia: 10 film da vedere

Alcuni consigli cinematografici a tema, fra documentari, storie di persone e di lotte per veder riconosciuti i propri diritti

Aurora Saldi

Sagoma bianca cinepresa su bandiera arcobaleno - Giornata contro l'omofobia

Sono molti i film a tema Lgbtqia+

Le battaglie della comunità Lgbtqia+ sono un processo aperto: per questo la ricorrenza di oggi 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, non ha un significato solo simbolico.
In questo senso è importante anche il piano della rappresentazione – nei media, nella letteratura e nel cinema – in un’ottica di incremento di spazi e visibilità delle istanze politiche delle persone Lgbtqia+. Cogliamo quindi l’occasione per consigliarvi 10 film su questi temi.

PARIS IS BURNING (Jennie Livingston, 1990, Usa, 78’)
Unico documentario del nostro elenco, racconta la ball culture di New York e le comunità omosessuali afro e latino-americane che la attraversano verso la fine degli anni Ottanta.
La regista intervista le personalità di spicco della scena drag newyorkese di quegli anni: dalle parole dei protagonisti emergono temi come la violenza omofobica, transfobica e razzista, l’Aids, la povertà, ma anche il complesso legame tra cultura drag e transessualità.

LA MALA EDUCACIÓN (Pedro Almodóvar, 2004, Spagna, 106’)
Sedicesimo film del prolifico regista spagnolo, questa iconica pellicola racconta la storia di due ragazzi che scoprono l’amore, il cinema e la paura in una scuola religiosa degli anni Sessanta.
Quando i due si incontrano nuovamente, alla fine del decennio successivo, la trama si complica svelando tradimenti e ricatti e intrecciando il tema dell’omosessualità e della transessualità con quello dei rapporti di potere.

TOMBOY (Céline Sciamma, 2011, Francia, 84’)
Parigi. Laure, una bambina di 10 anni, durante l’estate si trasferisce in un’altra casa e inizia una nuova vita facendosi chiamare Mikael, poiché non si riconosce più nel genere che le è stato assegnato alla nascita.
Questo film, coerente con l’intera produzione della regista francese, racconta in modo giocoso e delicato la fluidità di genere e i costanti cambiamenti della vita.

WEEKEND (Andrew Haigh, 2011, Regno Unito, 97’)
Un venerdì sera Glen e Russell si incontrano in un locale gay di Londra e tra i due da subito nasce una grande attrazione. Poiché il primo dovrà trasferirsi negli Stati Uniti il lunedì successivo, dall’apparente incontro occasionale i due decidono di trascorrere insieme l’intero weekend, che assume così un significato profondo.
La naturalezza della regia di Haigh rende questa storia universale e racconta il tema dell’amore senza filtri e in modo sincero.

LAURENCE ANYWAYS (Xavier Dolan, 2012, Canada/Francia, 159’)
Lo stimato docente di letteratura francese Laurence Alia rivela alla sua compagna di voler cambiare sesso: ha inizio così un percorso di coppia che attraversa un lungo lasso temporale, fatto di allontanamenti e riavvicinamenti, scontri ed attrazioni, verso l’accettazione reciproca.
Questo film è un capolavoro sul tema della fragilità dell’identità, sulle relazioni e sull’emarginazione ed è un ottimo modo per avvicinarsi alla brillante e prodigiosa filmografia di Xavier Dolan.

PRIDE (Matthew Warchus, 2014, Regno Unito, 120’)
Per il Pride di Londra del 1984, Mark Ashton, giovane attivista gay e membro della Young Communist League, decide di raccogliere fondi per supportare la lotta e lo sciopero dei minatori contro le scelte politiche di Margaret Tatcher.
Il risultato è un bel film sulla solidarietà tra la lotta Lgbt e quella della classe operaia britannica.

LA BELLE SAISON (Catherine Corsini, 2015, Francia/Belgio, 105’)
1971. Delphine e Carole sono due donne molto diverse: la prima è l’unica figlia di una famiglia contadina, con la gestione di una fattoria sulle spalle, mentre la seconda è un’emancipata attivista parigina che milita tra le fila del movimento femminista e lesbico. Quando i destini delle due si incrociano, le loro vite prendono una piega inaspettata.
Catherine Corsini ha una regia morbida e solare, qui al servizio di un bel film politico e intimo.

MOONLIGHT (Barry Jenkins, 2016, USA, 111’)
La pellicola , vincitrice del premio Oscar nel 2016 (il primo film Lgbt, nonché con un cast interamente di attori afro-americani, a ottenere questo riconoscimento) racconta la vita di Chiron attraverso tre fasi: infanzia, adolescenza e vita adulta. Sullo sfondo si muovono personaggi criminali e disperati, che si ricompongono nella sfaccettata immagine del protagonista.
L’impeccabile cura formale dell’opera accompagna un percorso sull’identità e sulla scoperta di sé di Chiron.

120 BATTITI AL MINUTO (Robin Campillo, 2017, Francia, 150’)
Dramma personale e istanze politiche si fondono in questo film, che racconta la diffusione dell’Aids nella comunità gay tra gli anni Ottanta e Novanta. Le storie dei militanti dell’Act-Up Paris fanno da sfondo a quella dei due protagonisti, Nathan e Sean.
L’epilogo è tragico, ma il film è investito da una vitalità indimenticabile che celebra la lotta Lgbt+, anche grazie alla notevole colonna sonora di Arnaud Rebotini.

THEY (Anahita Ghazvinizadeh, 2017, Usa/Qatar, 80’)
Chicago. J, 13 anni, maschio alla nascita, cerca di capire a che genere senta di appartenere prima di incontrare un medico e di decidere se continuare o no l’assunzione di inibitori ormonali.
Il titolo del film  è il pronome personale inglese di terza persona plurale, spesso utilizzato dalle persone non binarie per evitare di definirsi come maschili o come femminili.

 

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Categorie: Cultura

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