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18 Maggio 2021
Scegliere, sperimentare, semplificare: è il minimalismo
In una società fortemente orientata al consumo, uno stile di vita più consapevole che elimina il superfluo fa bene al nostro benessere
Noemi Casale
Sentire la parola minimalismo potrebbe far saltare qualcuno dal divano. Potrebbe apparire nella mente l’immagine di una casa caotica e piena di roba che viene completamente svuotata. Una magia che pochi pensano di essere in grado di riprodurre.
Proviamo a cambiare prospettiva: invece che eliminare tutto, se si cominciasse a togliere il superfluo? Approfondiamo tre verbi che ci aiutano ad afferrare meglio il concetto.
SCEGLIERE
Viviamo in una società che ci bersaglia di pubblicità. Il nostro cervello è continuamente sollecitato alla necessità. Bisogna fare un primo passaggio in cui iniziamo a scegliere di ignorare questo bombardamento, spostando la nostra attenzione da quello che non abbiamo e cominciando a concentrarci su ciò che abbiamo. Facciamo attenzione a ciò che ci circonda e poniamoci alcune domande: questo oggetto è utile? Aggiunge valore alla mia vita? Mi fa sentire bene? Se la risposta è no, iniziamo a considerare l’opzione di eliminarlo.
È un processo contro-intuitivo per la nostra società: togliere invece che aggiungere, vivere una vita intenzionale invece che farsi trasportare dalla corrente. Per mettere in moto questo meccanismo è indubbiamente necessario fermarsi a fare una riflessione sul significato che il superfluo ha nella nostra vita e costruire una base di motivazionale solida.
SPERIMENTARE
Partiamo dal presupposto che non c’è una ricetta che vada bene per tutti. Esistono tante indicazioni per cominciare, consigli di pratiche che possono aiutarci nei primi passi, ma solo sperimentando troveremo la strada giusta per noi.
Una volta che abbiamo stabilito perché vogliamo cominciare questo processo, diamo libero sfogo alla creatività, senza limitarci a mosse meccaniche. Proviamo per prendere consapevolezza di noi stessi e dei processi mentali che guidano le nostre azioni. Ascoltiamo i consigli di tutti, ma non paragoniamoci a nessuno: quello che funziona per altri potrebbe non essere adatto a noi e viceversa.
SEMPLIFICARE
Seguire uno stile di vita minimalista non significa buttare indiscriminatamente tutti i nostri averi. Sostituiamo il termine “eliminare” con “semplificare”: la prospettiva cambia di netto.
Abbiamo 50 capi nel nostro armadio? Tentiamo di creare degli abbinamenti che ci soddisfino con solo 40 e doniamo i vestiti che avanzano a qualcuno che li possa sfruttare a pieno. Proviamo una transazione verso una vita nella quale siamo circondati solo da cose per noi essenziali. Piccoli passi, ma significativi.
Questo discorso richiede, ovviamente, anche una riflessione sugli acquisti: quante cose che abbiamo comprato negli ultimi sei mesi che stiamo effettivamente utilizzando? Potevamo risparmiare per un brunch con gli amici invece di acquistare un altro orologio?
Il modello consumista che ci viene proposto è un modello di vita, ma non è “il” modello: possiamo costruirci una vita che è più giusta per noi. La critica non è al consumo in generale, ma a quello compulsivo.
I CONSIGLI DEGLI ESPERTI
Lasciamoci condurre nella fase esplorativa da persone che hanno intrapreso questa strada da più tempo e possono fornire molti spunti di riflessione.
Se avete Netflix, Minimalism: a documentary about the important things (2016) e Less is now (2021) sono due documentari diretti dal regista Matt D’Avella che raccontano la storia di Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, due autori che hanno rivoluzionato la loro vita e fondato The Minimalists. Il loro blog e il loro podcast sono due ulteriori strumenti utili per approfondire il tema.
Un’altra iniziativa, rivolta in modo particolare alle ragazze, è infine Project 333, una vera e propria sfida che invita a utilizzare al massimo 33 capi di abbigliamento in tre mesi, per dimostrare che “meno è davvero di più”.