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27 Maggio 2021

Una nuova via Sant’Ottavio

L’area intorno a Palazzo Nuovo è in continua trasformazione e in questo periodo particolare la vita accademica è irriconoscibile

Adriana Scatolone

Collage immagini zona via Sant'Ottavio

La zona di via Sant’Ottavio è in continua trasformazione

Quanti di voi vivono o hanno vissuto l’esperienza universitaria tra le aule di Palazzo Nuovo? Probabilmente, se mancate dalla zona da qualche anno – o anche solo da prima della pandemia – vi sorprendereste per il nuovo aspetto di via Sant’Ottavio e se invece siete ancora studenti, a stento riconoscereste l’atmosfera che si respira.

Arrivando da via Po si passa davanti al palazzo del Rettorato però nel suo sontuoso cortile, dominato dalla statua di Minerva, non ci sono studenti e professori, ma una serpentina di cittadini in fila per la somministrazione del vaccino anti Covid 19. Da pochi giorni è inoltre partito il progetto Musica InAttesa, in collaborazione con il Conservatorio di Torino, che prevede un programma di esecuzioni musicali dal vivo per intrattenere le persone in coda.

Giunti in via Sant’Ottavio poi, sono davvero numerose le novità più o meno recenti.
Circa due anni fa è stato inaugurato il nuovo complesso Aldo Moro, un insieme di edifici che ha di gran lunga modificato il piazzale tra via Verdi e Palazzo Nuovo. L’edificio è molto moderno, con dettagli che guardano al green: una delle pareti esterne infatti è ricoperta da 29 specie di arbusti, capaci di assorbire le sostanze tossiche dell’aria. Tuttavia, non mancano anche elementi che riportano alla storia della città: se ci si affaccia sul piano interrato si possono ammirare i resti delle mura della Torino del Seicento.
I locali del piano terreno invece, nonostante le accese proteste da parte di molti studenti che avrebbero preferito avere delle nuove aule studio o sale mensa, sono stati adibiti ad attività commerciali. I primi ad aprire sono stati McDonalds e Burger King, ma gradualmente altre realtà sono arrivate nella via. Per ultimi, qualche mese fa, Cioccolati Italiani e Poke House, che con i loro dehors modificano l’aspetto del tratto di strada che costeggia il Liceo Gioberti. Qui, tra l’altro, i pedoni sono più liberi di passeggiare perché la navetta Star Gtt, troppo piccola per permettere il rispetto delle distanze di sicurezza, è stata sospesa.

La realtà di questi giorni è comunque ancora molto lontana dalla normalità, perché sono ancora tantissimi gli universitari impegnati con la didattica a distanza, nonostante da circa un mese alcuni corsi siano ricominciati in presenza. La zona, di solito affollatissima in tutte le ore del giorno, è adesso molto spopolata.
A fare davvero impressione è l’interno di Palazzo Nuovo. Non ci sono giovani seduti in ogni angolo con libri in mano o spuntini, niente code in attesa di entrare a lezione, nessuna fila ai bagni o alle macchinette. All’esterno di ogni aula troneggia il dispenser del gel igienizzante, mentre all’interno un bollino rosso indica i sedili da non utilizzare per garantire le distanze; le finestre sono tenute aperte e sulla cattedra spicca tutto il necessario affinché il docente possa esser visto e ascoltato anche da chi è rimasto a casa.
A rendere il tutto ancora più desolato sono i numerosi cantieri nelle aule del pian terreno e del primo piano, perché dopo la ristrutturazione degli spazi superiori (terminati poco prima dello scoppio della pandemia) adesso è la volta di quelli inferiori, con il rifacimento degli impianti termici. La speranza è che nel prossimo anno accademico le migliorie effettuate possano accogliere un numero di studenti sempre più numeroso e che si sia in grado di tornare a una vita accademica degna di questo nome.

L’area poi non è ancora terminata e altri progetti sono stati programmati. Uno di questi riguarda ancora la sostenibilità ambientale. Il Comune ha infatti sottoscritto il patto weTree, un’iniziativa nata per aumentare le aree verdi nelle città italiane. A Torino sono previste diverse piantumazioni tra cui, davanti alla facciata di Palazzo Nuovo, fra il cancello e le scale, il Bosco degli Altri intitolato a Lia Varesio, attivista torinese che si è distinta per l’assistenza dei senza fissa dimora.

 

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Categorie: Scoprire Torino

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