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2 Giugno 2021
Alle origini del 2 giugno, Festa della Repubblica
Ripercorriamo la storia della ricorrenza che celebra la nascita dell’Italia repubblicana, dal referendum del 1946 a oggi
Adele Geja
Il 2 giugno è spesso visto solo come una data che, calendario alla mano, può portare qualche giorno di vacanza e meno sovente si pensa che è la Festa della Repubblica, istituita per celebrare il giorno in cui, nel 1946, 24 milioni di cittadini italiani sono stati chiamati a scegliere la nuova forma di Stato: monarchia o repubblica.
Tra marzo e aprile dello stesso anno si erano già tenute le elezioni amministrative in 5.722 comuni, durante le quali per la prima volta avevano votato anche le donne. Tra il 2 e il 3 giugno si svolgono invece il referendum e le elezioni per l’Assemblea costituente che avrebbe lavorato alla stesura della Costituzione.
Il 18 giugno i 12.718.641 voti a favore della repubblica (contro i 10.718.502 per la monarchia e 1.498.136 di schede bianche o nulle) fanno sì che la Corte di Cassazione proclami la nascita ufficiale della Repubblica Italiana.
I risultati mostrano un paese spaccato: in quasi tutte le province a nord di Roma prevale la repubblica, mentre nella stragrande maggioranza del Meridione vince la monarchia. il clima è teso e non mancano le accuse di brogli da parte dei monarchici, alimentate da un lungo e macchinoso spoglio e dal ristretto margine di vittoria dei repubblicani.
Nonostante le tensioni, già nel 1947 si svolge la prima celebrazione e nel 1949 una legge sancisce ufficialmente il 2 giugno come Festa della Repubblica.
Questa ricorrenza però, come spiega lo storico delle religioni Natale Spineto nel suo libro La festa, non ha la popolarità del 4 luglio americano o del 14 luglio francese ed è molto meno sentita dalla popolazione italiana rispetto a molte feste religiose.
Infatti, nonostante inizialmente ci siano state celebrazioni più popolari, il 2 giugno assume rapidamente un carattere formale, con un cerimoniale marcato e rigidi rituali, ben rappresentati dalla parata militare che attraversa via dei Fori Imperiali a Roma. Da un lato essa esprime la fedeltà delle forze armate ai valori della Costituzione repubblicana, dall’altro rappresenta un omaggio dello Stato ai militari, ma sicuramente dà anche una forte impressione di ordine, organizzazione e potenza.
La sfilata è tuttora la parte della festa più seguita, grazie alla sua diffusione su tutti i mezzi di comunicazione e al suo carattere spettacolare, rappresentato soprattutto dalle Frecce tricolori. In seguito il Presidente della Repubblica riceve esponenti della società civile particolarmente meritevoli, ai quali consegna decorazioni e onorificenze e infine si svolge l’omaggio al Milite Ignoto con la deposizione di una corona di alloro presso l’Altare della Patria.
Ci sono inoltre delle ragioni storiche che spiegano la relativa coesione patriottica generata dal 2 giugno. Innanzitutto, come si è visto, il referendum istituzionale non è affatto un momento fondativo unitario, bensì un’occasione di dispute.
In aggiunta i due partiti di massa del dopoguerra, ovvero la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, hanno una vocazione internazionale e adottano liturgie di partito che guardano all’Unione Sovietica da una parte e al calendario cattolico dall’altra, creando poca sensibilità per lo spirito patriottico delle feste nazionali.
Infine, secondo Spineto, in Italia vi è tuttora una scarsa pedagogia civile, elemento quasi inesistente nell’immediato dopoguerra: sarebbe stato infatti difficile costruire un senso della patria subito dopo la caduta del fascismo, che aveva fatto del “culto del littorio” quasi una religione nazionale.
Con il diffondersi dei movimenti pacifisti che contestano fortemente l’apparato militare, la celebrazione – già non così sentita – perde gradualmente significato tra gli anni ‘60 e ‘70. Complice la crisi economica e la sospensione della parata nel 1976 a causa del terremoto in Friuli, nel 1977 il 2 giugno viene abolito come giorno festivo e assume lo status di festa mobile ogni prima domenica di giugno.
Una prima ripresa della festa avviene sotto la presidenza Pertini, nel 1983, quando, per volontà di Craxi viene riproposta la parata. Tuttavia, la rivitalizzazione vera e propria del 2 giugno si deve a Carlo Azeglio Ciampi che, spinto dalla volontà di educare la coscienza civile degli italiani, nel 2001 reintroduce la data come giorno festivo.
Buona Festa della Repubblica.