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16 Giugno 2021

Da domani a domenica torna Torino Spiritualità

Quattro giorni di letture, dialoghi e riflessioni sul tema del desiderio, con eventi sia online che in presenza, per beneficiare di nuovo della socialità dal vivo

Adele Geja

Locandina Torino Spiritualità

Torino Spiritualità si svolge dal 17 al 20 giugno

Anticipato rispetto all’abituale cadenza autunnale per sfruttare la possibilità di organizzare eventi all’aperto, inizia domani la 17a edizione di Torino Spiritualità, la rassegna organizzata dalla Fondazione Circolo dei lettori con il sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Teatro Stabile Torino.
Quest’anno il titolo è Desideranti. Slanci, brame, mancanze e risponde bene alla forte esigenza di confronto faccia a faccia, percepita da tutti in questo periodo, dopo tanti mesi “a distanza”. Il tema chiave è infatti quello del desiderio come impulso e tensione che è nutrimento della vita stessa.

La manifestazione avrà una forma ibrida, con eventi online e incontri in presenza con posti limitati, diffusi in vari luoghi del capoluogo piemontese, a partire dalla sede della fondazione organizzatrice in via Bogino, per passare poi all’apposito Padiglione Torino Spiritualità in Piazza Carlo Alberto, al Teatro Carignano e alla scuola Holden. Altri incontri saranno ospitati presso il Tempio Valdese, la Chiesa Battista, la Real Chiesa di San Lorenzo e l’Eremo del Silenzio presso il Museo del Carcere Le Nuove.

La rassegna sarà inaugurata domani alle 18.30 dalla lezione Il desiderio di non essere soli del Premio Nobel per la letteratura Kazuo Ishiguro. Il programma degli eventi fino al 20 giugno è ricco e tanti sono i temi e le discipline toccate: filosofia, arte, religione, sentimenti, ricerca della felicità, ma anche tecnologie digitali, economia, migrazioni, diritti della comunità Lgbt e molto altro.
In un continuo dialogo tra coscienze, fedi e culture diverse interverranno teologi, storici, artisti e scrittori, ma anche scienziati, politici ed economisti provenienti da tutto il mondo; tutti chiamati a offrire al pubblico una pluralità di prospettive sulla nostra contemporaneità, senza mai pretendere di dare risposte, ma con l’obiettivo piuttosto di suggerire nuove domande.

Per chi vuole vivere un’esperienza a 360° c’è anche la Scuola di Otium, “uno spazio di quiete per placare lo spirito e lasciare che i desideri si affaccino alla luce” tra musica, meditazione, yoga ed esperienze di filosofia maieutica, durante le quali i partecipanti saranno esortati ad auto-interrogarsi cercando di riflettere su sé stessi e, appunto, sui propri desideri.

Tutti gli appuntamenti ruoteranno intorno a questo tema: il significato etimologico del verbo desiderare (de-siderare: sentire la mancanza della stella svanita) fa riferimento allo smarrimento dei marinai dell’antichità che osservavano le stelle per orientarsi nella notte, ma anche all’affezione per qualcosa a cui tendere. Non a caso, l’immagine del festival è una grande nube rosa, simile allo zucchero filato, che rappresenta la speciale dolcezza che caratterizza la voluttà del desiderio.

Tuttavia non si è mai pienamente appagati e l’insoddisfazione accompagna costantemente i nostri desideri. Eppure, come scrive il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto nell’editoriale della manifestazione “è proprio in questo spazio, struggente ma traboccante di tutti i ‘possibili’, che respira il desiderio. Desideranti, allora, siamo tutti noi. Noi che questa mancanza la abitiamo per natura, ma che sappiamo anche prendere lo slancio e puntare oltre, verso l’altezza delle nostre aspirazioni”.

 

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Categorie: Cultura

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