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20 Luglio 2021

Passione poke

Alla scoperta di un piatto hawaiano che negli ultimi tempi è approdato anche a Torino e consigli su rivisitazioni casalinghe

Adriana Scatolone

Ciotola di poke

Il poke è un piatto di origine hawaiana

Da qualche mese nelle strade della nostra città sono stati aperti diversi bistrot specializzati in poke o poké, a seconda che si voglia seguire la grafia che rappresenta la pronuncia. Di che cosa si tratta? Direttamente dall’Oceano Pacifico, è un piatto freddo, colorato e nutriente, perfetto per questa stagione, in cui la voglia di stare davanti ai fornelli per molto tempo cala a dismisura.

Viene servito all’interno di una bowl, ovvero una ciotola, ed è costituto da una base di riso bianco al quale si aggiunge una proteina animale, in particolare pesce crudo come tonno o salmone, accompagnati da frutta esotica come l’avocado o il mango e da verdura di ogni tipo. Solitamente poi viene aggiunta una guarnizione di frutta secca e una salsa a scelta.

Mantenendo i principi cardine della pietanza, ovvero l’impiattamento, la temperatura e le proprietà nutritive, abbiamo pensato di consigliarvi alcune rivisitazioni facilmente realizzabili in casa, che abbandonano il sapore originario per privilegiare gli ingredienti del nostro territorio: pasta corta al posto di riso e soluzioni alternative al pesce crudo, che potrebbe essere complicato da reperire.

Dalla Sardegna ad esempio possiamo sfruttare la fregola, tradizionale pasta di semola, che è possibile condire a freddo con ceci, pomodorini ciliegini freschi e pecorino sardo a cubetti, impreziositi con un filo d’olio d’oliva e due foglie di menta.
Attingendo ai gusti della Liguria, alle tipiche trofie si possono aggiungere patate e fagiolini bolliti, filetti di acciughe dissalati come proteina, pinoli, olive taggiasche e le immancabili foglie di basilico.
Infine i cavatelli, pasta molisana, si sposano bene con una moltitudine di prodotti tipici del centro-sud Italia come pomodorini secchi, capperi, melanzane e frutti di mare.

Ma qual è la storia del poke? In lingua hawaiana la parola significa letteralmente “tagliato a pezzi” e in origine rappresentava lo spuntino dei pescatori del Pacifico, che componevano la loro ciotola con gli scarti del pescato del giorno. Questo cibo tradizionale arrivò anche negli Stati Uniti e inizialmente i pesci maggiormente impiegati erano il polpo e il tonno pinna gialla. Da pochi anni poi, si è assistito a un vero e proprio boom e in Europa sono molte le varianti che si sono affermate per soddisfare tutti i gusti.
Vista la presenza del pesce crudo, ormai anche moltissimi ristoranti di sushi lo inseriscono nei loro menu e allo stesso tempo sono nate anche soluzioni vegetariane, che sostituiscono la proteina animale con feta o altri formaggi e uova di quaglia.

Oltre alla freschezza, a garantire il successo del poke è anche la genuinità determinata da un perfetto bilanciamento tra carboidrati, proteine e elementi vegetali.
Come abbiamo visto le varianti con prodotti italiani non mancano: a voi la fantasia di creare la vostra ricetta e di decidere se provare ad amalgamare gusti di diverse provenienze.

 

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Categorie: Intercultura

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