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29 Settembre 2021
L’incredibile storia della Coca-Cola bianca
A fine anni ’40 l’Urss tentò di creare una variante della bibita più famosa del mondo, anche in collaborazione con la stessa compagnia produttrice
Giovanni B. Corvino
Presente dal 1886, la Coca-Cola ha ancora oggi fatturati miliardari, continuando a essere la bevanda più venduta in commercio. Non tutti però conoscono la curiosa vicenda della sua variante bianca, progettata negli anni ’40 del secolo scorso in Unione Sovietica per contrastare l’espansionismo commerciale americano.
Ideatore dell’iniziativa fu il Maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov, addirittura restio a essere fotografato mentre consumava una delle bevande preferite dall’allora presidente degli Stati Uniti Truman, perché ciò avrebbe leso – secondo lui – l’immagine dell’intero Urss.
L’alto ufficiale ordinò quindi la produzione di una Coca-Cola bianca, chiedendo ai suoi scienziati di modificare leggermente la ricetta originale della bibita, conferendo il gusto della vodka alla nuova bevanda e rendendola così di un color bianco-trasparente. L’impresa fu impossibile, poiché in quegli anni la composizione e preparazione dell’originale Coca-Cola erano segrete.
Žukov chiese allora la produzione della sua variante direttamente ai produttori statunitensi. Gli Usa erano consci che avrebbero perso parte del monopolio commerciale europeo e asiatico qualora non avessero contribuito alla realizzazione della richiesta, poiché l’Urss aveva la possibilità di respingere o trattenere per settimane tutti i beni che entravano nell’Unione, che si estendeva tra Europa orientale e Asia settentrionale.
In considerazione di ciò, su ordine di Truman e dopo svariate ricerche scientifico-alimentari, venne scoperto come rimuovere il colore scuro tipico della bevanda, escludendo la presenza del caramello. Furono 50 le casse di Coca-Cola bianca prodotte nel 1946 e inviate a Žukov, con l’obiettivo di iniziare una nuova proficua collaborazione – esclusivamente commerciale – tra Stati Uniti ed Urss. A tal fine tutti i tappi delle bottiglie, rigorosamente trasparenti per far vedere il colore della bibita, avevano una stella rossa al centro.
Tuttavia questo progetto non proseguì e si limitò a quell’esclusiva produzione. Il gusto di questa versione rivisitata simile alla vodka non era paragonabile a quello della bibita classica.
Questa vicenda ebbe comunque dei risvolti positivi per la Coca-Cola Company, poiché tutti i suoi carichi transitavano ora indisturbati nei territori dell’Unione Sovietica, inclusi i quartieri viennesi controllati dai sovietici, mentre le merci di altre industrie statunitensi invece erano sottoposte a rigidissimi controlli.
Nonostante l’epilogo, l’idea di Žukov venne ripresa successivamente proprio dalla compagnia americana. Infatti il 14 dicembre 1992 venne annunciata la Tab Clear, una variante della classica Coca-Cola, che inizialmente ebbe un discreto successo in Giappone e nel Regno Unito. Commercializzata come una bevanda dietetica, non riuscì però a farsi pienamente amare dal pubblico di appassionati alla bibita originale e fu ritirata dal commercio solo due anni dopo il lancio sul mercato internazionale.