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13 Ottobre 2021
Ok al terzo figlio in Cina
Il governo modifica la legge sulla pianificazione familiare per affrontare l’invecchiamento della popolazione, ma ora occorrono incentivi di sostegno per fronteggiare la crisi demografica
Sara Albanese
In Cina le famiglie possono ora avere fino a tre figli. Il provvedimento, che avrebbe l’obiettivo di far fronte all’invecchiamento della popolazione per non compromettere la crescita economica del paese, modifica la legge sulla pianificazione familiare e si è reso necessario dopo che gli ultimi dati del censimento dell’Ufficio nazionale di statistica hanno mostrato un tasso di natalità nel Paese ancora molto basso.
Questo nonostante dal 2016 il governo abbia messo fine alla politica del figlio unico, nata nel 1979 per contrastare l’incremento demografico del paese. Da cinque anni le coppie cinesi potevano dunque avere due figli senza incorrere in sanzioni, una possibilità che però non sembra aver funzionato.
I DATI DEL CENSIMENTO
Se nei decenni passati la politica di controllo è stata realizzata perché la popolazione era troppo numerosa e con un tasso di crescita tanto elevato da frenare l’economia, oggi è l’invecchiamento dei cittadini a far preoccupare il governo.
Dal censimento è emerso che in Cina vivono 1 miliardo e 411,78 milioni di persone e negli ultimi dieci anni il dato ha continuato a mantenere un trend di crescita lento. I cinesi con un’età di oltre 60 anni sono saliti a 264,02 milioni, il 18,7% del totale, mentre nel 2010 erano il 13,26%. Dal 2011 la popolazione è cresciuta più lentamente, sono nati molti meno bambini e sono aumentati gli over 60.
AVERE FIGLI COSTA ANCHE IN CINA
Benché la nuova politica dei tre figli abbia l’obiettivo esplicito di invertire i processi e le problematiche accennate, gli esperti sono convinti che la crisi demografica abbia origini radicate e che difficilmente permettere alle famiglie di avere altri bambini cambierà la situazione. Le coppie sembrano limitarsi comunque ad avere un solo figlio e le motivazioni sono molto simili a quelle presenti in Occidente, in primis aumento del costo della vita e difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia.
L’allentamento della politica del figlio unico è quindi forse stato troppo graduale: non è semplice rovesciare un intervento imposto più di trent’anni fa. Per molto tempo il governo cinese ha lavorato per convincere i cittadini che la possibilità di successo di una famiglia sarebbero state maggiori se tutte le risorse fossero state concentrate su un unico figlio e solo oggi la leadership del paese ha riconosciuto il problema.
LE POLITICHE DI SOSTEGNO
Oltre a imporre limiti, il governo cinese ha ora bisogno di creare delle politiche attive di sostegno. La soluzione è incoraggiare le nascite con misure apposite: creare posti di lavoro per i giovani in modo che possano formare una famiglia, ridurre la spesa per l’istruzione, rafforzare il sostegno fiscale abitativo, dare possibilità alle madri di conciliare carriera e maternità risolvendo anche la discriminazione delle donne sul posto di lavoro e dunque salvaguardare i diritti e gli interessi delle lavoratrici.
Sono previste quindi nuovi interventi di aiuto per le famiglie di carattere finanziario, fiscale, assicurativo, educativo, abitativo e occupazionale.