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27 Ottobre 2021

Educazione sessuale: per l’Italia è ancora un tabù

Da noi non è materia scolastica come in altri paesi, un’assenza che spesso viene colmata da pagine Instagram e serie tv

Sara Albanese

Mani con preservativo e pillola - educazione sessuale

In Italia è ancora difficile parlare di educazione sessuale

Tanti adolescenti, e non solo, avranno visto Sex education, la serie tv Netflix che più ha fatto discutere negli ultimi mesi ma anche una delle più seguite in assoluto. Il programma, in onda da settembre, non parla solo ed esclusivamente di sesso ma tratta in modo intelligente e coerente anche tematiche su identità, orientamento e desiderio, con un tono giocoso ma educativo.
In Italia le tematiche sessuali sono da sempre tema di scontro ideologico e politico, infatti la serie britannica ha fatto molto discutere e non è stata apprezzata da tutti anche per la campagna promozionale, che in alcune città ha utilizzato cartelloni pubblicitari con dei frutti che alludevano agli organi sessuali.

Siamo nel XXI secolo ma parlare di sesso non è ancora semplice: si tratta di un argomento che si presta a risate imbarazzanti e molto spesso sciocche, lo dimostrano anche madri e padri che molte volte non riescono ad affrontare il tema con i propri figli. Oggi il dubbio nasce spontaneo: se la sessualità è uno degli aspetti primari nelle nostre vite, perché in Italia non è prevista una formazione sul tema a scuola? È possibile che a far riaccendere il dibattitto debba essere una serie televisiva o che esperti debbano ricorrere a Instagram per divulgare e sensibilizzare sull’argomento?

Un’educazione sessuale sana svolge un ruolo fondamentale nella preparazione dei giovani a una vita più responsabile. Malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate, violenza e disuguaglianza di genere sono ancora grandi problemi nella società odierna e in Italia non esiste una legge nazionale sull’educazione sessuale. Anzi, il report europeo Policies for Sexuality Education in European Union sottolinea come il nostro paese abbia sempre dovuto affrontare l’opposizione della Chiesa e di alcuni gruppi politici. Solo alcune scuole, sotto la responsabilità del preside, propongono una sola e unica lezione durante l’anno, con attività e programmi ridotti al minimo.

Nel mondo e in Europa si riscontrano invece risultati positivi dove i ragazzi ricevono un’educazione di questo tipo. Lo mostra un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in cui emerge chiaramente l’efficacia di questi programmi.
Ad esempio in Germania l’educazione sessuale fa parte del calendario scolastico fin dal 1970 ed è interessante come il report mostri che il 92% degli adolescenti ha dichiarato di aver utilizzato un metodo contraccettivo durante i rapporti sessuali. Anche Olanda, Svezia, Finlandia, Francia e Inghilterra hanno dei massicci programmi che variano dalla biologia della riproduzione ai rapporti umani emozionali e psicologici, mentre in Estonia si è registrato un calo drastico delle malattie sessualmente trasmissibili come Hiv e sifilide nei giovani tra i 15 e i 24 anni.

Occorre quindi che il tema venga normalizzato, perché adolescenti e pre-adolescenti hanno bisogno di nozioni puntuali e scientifiche. Oggi l’informazione arriva quasi solo su internet che non sempre è affidabile, anche se su Instagram sono presenti molte pagine di esperti che trattano l’argomento in modo innovativo, come SessuologiaThenewdoctorjeanPsicosessuolgia_online, Virginandmartyr, Sexed.ita, Le sex en rose e La sesperta.

Paradossalmente la serie tv Sex Education è riuscita a colmare alcuni gap informativi e a trasmettere il messaggio che la sessualità non sia una cosa misteriosa di cui avere timore. Ma è fondamentale informarsi in modo corretto.

 

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Categorie: Formazione

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