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27 Ottobre 2021
Quando il museo è davvero per tutti
Esiste un progetto che facilita alle persone con disabilità intellettiva la visita ai beni culturali: in Piemonte aderiscono la Reggia di Venaria e il Castello di Masino
Adriana Scatolone
L’Articolo 30 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità definisce l’impegno per gli Stati aderenti di prendere le misure adeguate affinché i cittadini disabili possano avere accesso ai luoghi di attività culturale, come per esempio musei e monumenti, senza discriminazioni. È per promuovere questo diritto fondamentale che l’associazione L’abilità, con il sostegno di Fondazione De Agostini, ha dato il via al progetto Museo per tutti.
L’iniziativa è rivolta principalmente alle persone con disabilità intellettiva che, senza adeguati strumenti, non potrebbero partecipare a una visita museale. Pertanto nel 2015 un team di esperti del settore comincia a elaborare percorsi e materiali che servono a facilitare le visite e a rendere fruibili a questo tipo di pubblico gli spazi culturali aderenti. Ad oggi, sono 21 i beni che partecipano all’iniziativa.
Da settembre è anche attivo il sito internet, strutturato con immagini e testi facilitati in Easy to read (un linguaggio semplificato regolamentato dall’Unione Europea) grazie al quale l’utente con disabilità intellettiva o il suo accompagnatore può organizzare la visita. Dal portale si può infatti accedere alle Guide accessibili, primo mezzo per vivere un’esperienza coinvolgente, insieme anche agli altri visitatori.
Queste sono progettate dall’équipe di esperti insieme al personale dei servizi educativi dei musei, che in questo modo viene formato per strutturare visite adatte a tutti e per gestire un pubblico variegato. È questa una parte importante del progetto, perché consente di creare in modo sistematico un metodo di accessibilità condiviso a livello nazionale e non più lasciato all’iniziativa delle realtà locali.
Come funziona la guida? Prendiamo ad esempio quella realizzata per La Venaria Reale, attualmente uno dei due musei piemontesi, insieme al Castello di Masino gestito dal Fai, che aderisce al progetto.
La prima parte è la storia sociale, in cui attraverso immagini e frasi molto semplici, si introduce il visitatore allo spazio museale, dando informazioni su che cos’è una reggia, da che strutture e monumenti è composto il luogo che si sta visitando, qual è il comportamento da tenere durante la visita, chi sono e come riconoscere le persone a cui chiedere informazioni. Segue una sezione in cui si spiega dove si trova il luogo, con qualche cenno alla sua storia.
Infine, una parte è dedicata all’aspetto visivo e accompagna il visitatore nelle sale principali, aiutandolo a identificare le opere, i quadri e gli affreschi più importanti, descrivendone i soggetti raffigurati in poche parole e con l’ausilio di ulteriori immagini. Il tutto è corredato da una mappa sensoriale, che oltre a raffigurare i punti di riferimento più importanti, segnala i luoghi luminosi e quelli più bui.
L’efficacia dell’esperienza del visitatore viene inoltre monitorata attraverso la compilazione di questionari dedicati. Grazie a qualche domanda si provano a registrare le emozioni che l’utente ha provato durante il percorso, gli si chiede per esempio quale parte del bene ha apprezzato di più, se ha capito quello che ha visto, se alla fine si è sentito triste, felice, arrabbiato, curioso… Nella sezione del sito chiamata Raccontaci si possono anche leggere le testimonianze di partecipanti o accompagnatori che spiegano quali sono stati i punti di forza.
Si tratta quindi di un’iniziativa che permette di rendere la bellezza del nostro territorio alla portata di tutti e che si spera che possa crescere ancora, con sempre più luoghi di cultura aderenti.