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22 Novembre 2021

Zerocalcare arriva su Netflix con la serie Strappare lungo i bordi

Il primo cartone animato del fumettista conferma il suo talento di narratore ironico e profondo, capace di raccontare un’intera generazione

Adele Geja

Scena cartone animato Strappare lungo i bordi di Zerocalcare

Strappare lungo i bordi di Zerocalcare è ora su Netflix

È uscita da cinque giorni ed è già il contenuto più guardato in Italia su Netflix: parliamo di Strappare lungo i bordi, ultima creazione di Michele Rech, in arte Zerocalcare, autore di celebri graphic novel come La profezia dell’armadillo e Kobane Calling.

Dopo il primo esperimento di animazione con la serie Rebibbia Quarantine, realizzata per il programma televisivo Propaganda Live nel 2020, il nuovo cartone si apre al grande pubblico grazie a sei episodi di circa 20 minuti, risultato del lavoro di più di 200 persone grazie alla collaborazione tra la casa editrice Bao Publishing e lo studio di animazione Movimenti Production.

Basata su un doloroso episodio autobiografico, la serie racconta la storia di un viaggio in treno da Roma a Biella compiuto dall’avatar dell’autore Zero e i due amici Sarah e Secco, già protagonisti di molti fumetti. Il motivo del viaggio si scoprirà solamente nelle ultime puntate rivelando un finale drammatico e commovente, stemperato dall’umorismo delle diverse digressioni dedicate ai personaggi che, aprendosi e concludendosi in un singolo episodio, interrompono la linearità della storia.

Tramite flashback, narrazione di buffi episodi quotidiani, fantasie e monologhi interiori, Zerocalcare – classe 1983 – ripercorre con brillante ironia e un po’ di amarezza la sua storia e quella dei suoi amici d’infanzia e adolescenza, raccontando la crisi identitaria di una generazione cresciuta con l’idea che la vita fosse una serie di tappe prestabilite, da raggiungere seguendo la linea tratteggiata e strappando correttamente lungo i bordi per crearsi il proprio posto nel mondo.
In realtà, Zero e i suoi amici, nella serie come in tutti i suoi fumetti, devono fare i conti con la disillusione dei propri sogni infranti e con la precarietà lavorativa ed esistenziale che spesso caratterizza la nostra epoca. È questo infatti il maggior pregio delle storie del fumettista romano, intrise di umorismo e citazioni pop, ma fortemente legate alla contemporaneità in cui ogni lettore si può riconoscere.

Nonostante si tratti di una grande produzione distribuita dal colosso dello streaming, lo stile dell’autore non cambia e la serie risulta agli occhi degli appassionati una trasposizione fedele dei suoi racconti su carta. Il linguaggio del fumetto è stato infatti trasformato in un cartone animato facendo doppiare tutti i personaggi da Michele che, con la parlata rapidissima e la cadenza romana, riesce a rendere il film la trasposizione di un racconto orale, ricreando la situazione in cui ci si siede e un’altra persona ci racconta una storia.
L’unico personaggio ad aver una voce diversa è l’ormai iconico armadillo, animale dispensatore di ciniche verità e coscienza del protagonista, doppiato dall’attore romano Valerio Mastandrea.

Un fattore aggiuntivo grazie all’animazione è la musica, che in ogni episodio fa da sfondo alle vicende di Zero e dei coetanei. La colonna sonora originale, disponibile su Spotify, è stata composta da Giancane, nome d’arte di Giancarlo Barbati, cantante romano prima membro della band Il Muro del Canto e ora solista. Il suo sodalizio con Zerocalcare risale al singolo Ipocondria (feat. Rancore) che era diventato la sigla di apertura degli episodi di Rebibbia Quarantine.
Infine, nella serie compaiono anche brani di artisti che hanno accompagnato l’autore per tutta la vita, da Tiziano Ferro e Ron, passando per gli M83, Apparat, i Band of Horses e Billy Idol, fino ai gruppi punk romani Klaxon e Gli Ultimi che con il pezzo Un battito ancora aprono il sesto e ultimo episodio.

 

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Categorie: Cultura

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