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9 Dicembre 2021

Gli ippopotami di Pablo Escobar

L’incredibile storia degli animali dello zoo privato del re del narcotraffico, i cui discendenti oggi minacciano l’ecosistema colombiano

Valeria Guardo

Ippopotamo con cucciolo

In Colombia vivono ancora gli ippopotami fatti arrivare da Pablo Escobar

Sapevate che la Colombia è l’unico paese fuori dalla savana africana ad avere delle mandrie di ippopotami selvatici? Sembra assurdo, ma il fatto più incredibile è che inizialmente sono arrivati nel paese sudamericano una quarantina di anni fa in aereo. A trasportarli su un jet privato nella regione di Antioquia è stato un uomo il cui ego era perfettamente proporzionale alla stazza degli animali in questione: il boss del narcotraffico colombiano, Pablo Escobar.

È il 1978 e il capo del cartello di Medellín ha accumulato tali e tante ricchezze dalle sue attività illecite che decide, in un attacco di megalomania, di costruirsi una grande residenza. La chiamerà Hacienda Nápoles e occuperà nel giro di poco tempo oltre 2mila ettari di terreno nei pressi del fiume Magdalena, sei volte il Central Park di New York. In questo spazio si fa costruire una casa lussuosa con molte stanze, sei piscine, decine di laghi artificiali, una pista di atterraggio, un eliporto, una propria pompa di benzina e addirittura una propria plaza de toros, cioè un’arena per la corrida.

Tre anni dopo Escobar decide di popolare il suo piccolo impero di animali esotici. Non si accontenta di allevare galline, vacche o di avere cavalli da corsa, lui importa direttamente (e illegalmente) da varie parti del mondo giraffe, elefanti, cammelli, capre, struzzi, canguri, bufali, delfini delle Amazzoni e, appunto, ippopotami.
Inizialmente, gli esemplari sono quattro: tre femmine e un maschio, che vengono sistemati in uno dei laghi artificiali per riprodurre il loro habitat. Nel 1982 lo stesso Escobar apre le porte della sua proprietà al pubblico, convertendola in una sorta di zoo safari dove gli animali sono liberi di muoversi di giorno, ma che nelle ore di chiusura al pubblico diventa un centro di smistamento di tonnellate di cocaina destinate al mercato statunitense.

Alla fine degli anni Ottanta, però, l’impero di Escobar si avvia a un rapido declino; c’è un’ingente taglia sulla sua testa e nel giro di qualche anno egli viene stanato e ucciso sul tetto della sua casa. È il 1993. Poco dopo la hacienda viene confiscata ai suoi eredi dal governo e messa a disposizione di superstiti delle violenze della malavita colombiana. Cominciano a viverci 15 famiglie, incaricate dallo stesso governo di coltivarne le terre a uso alimentare e di occuparsi degli animali al suo interno.

La famiglia Escobar non tarda a far valere le proprie ragioni in tribunale e così, nel 2004, i beni immobiliari e i terreni passano sotto la tutela della Direzione Nazionale per gli Stupefacenti, un organo statale che oggi non esiste più ma che in quel momento decide di far costruire un penitenziario e di trasferire tutti gli animali in varie parti dell’America Latina, tra zoo e parchi.
L’operazione viene portata a termine con tutti gli animali, tranne che con gli ippopotami. Non solo perché è difficile trasferirli per la loro mole, ma anche perché questa specie è tra le più aggressive al mondo. Un loro morso è più forte di quello di uno squalo poiché i loro canini di avorio misurano dai 45 ai 50 cm. Essendo erbivori ci risulta difficile vederli in questa veste, eppure sono estremamente territoriali e sono in grado di combattere fino alla morte per acqua, cibo e territorio.

Attualmente, dopo quasi trent’anni e vari cambi di gestione della mansione, gli ippopotami sono ancora lì. Avendo vissuto indisturbati per così tanto tempo, si sono riprodotti molto in fretta e hanno cominciato a cercare cibo anche fuori dai confini della proprietà, raggiungendo diverse aree della regione e centri abitati. Le autorità ambientali locali hanno tentato varie strade per la risoluzione del problema, che nel frattempo si è esteso a livello ecosistemico.

Nel gennaio 2021 un gruppo di scienziati ha rilevato circa 100 esemplari e stimato che potrebbero arrivare a 1.400 gli ippopotami liberi di circolare per il paese, aumentando gli episodi di aggressione alle popolazioni locali. Ma non solo: la loro stazza e il loro numero porterà con gli anni a cambi di forma di fiumi e laghi comprimendo le falde acquifere e i loro escrementi cambieranno la composizione delle acque dolci, portando alcune specie locali all’estinzione.

 

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Categorie: Ambiente

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