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21 Dicembre 2021

Il Cile verso una nuova era con Gabriel Boric

L’esponente di sinistra, 35 anni, ha prevalso sul candidato di estrema destra Kast, diventando il più giovane presidente eletto della storia

Valeria Guardo

Uomo sotto coriandoli - Gabriel Boric

Gabriel Boric è il nuovo Presidente del Cile

Sono stati giorni di palpabile tensione quelli appena trascorsi in Cile, dove al ballottaggio delle elezioni presidenziali di domenica scorsa ha vinto l’avvocato 35enne Gabriel Boric. Esponente di una sinistra che ha saputo rassicurare il popolo cileno sulla volontà di rendere il paese uno stato sicuro, prospero e in linea con le sfide che il nostro pianeta ci sta chiedendo di affrontare, ha prevalso con la sua tipica espressione bonaria e con una noncuranza degli attacchi verbali da parte del suo avversario che rasenta la filosofia zen.

A contendergli la presidenza, dall’estrema destra, era un ormai canuto José Antonio Kast, che sfoggiava le sue doti oratorie incentrando la sua campagna sul progresso economico e la sicurezza, rivolgendo solennemente ogni parola di ringraziamento e speranza a Dio.

A differenza delle precedenti, queste votazioni sono state precedute dal cosiddetto “Estadillo social” o “Revuelta de Octubre”, una serie di manifestazioni di massa che hanno avuto origine nell’ottobre di due anni fa nella città di Santiago e che da lì si sono propagate per tutto il paese.
Le cifre di morti e feriti durante le proteste provocati dalle forze armate della Sicurezza di stato cilena sono impressionanti: 34 persone decedute tra i civili, oltre 3.400 ricoverate in ospedale e 460 che hanno subito traumi oculari permanenti, perdendo la vista: questi i dati riportati dall’Istituto Nazionale dei Diritti Umani.

Anche per questi episodi parecchi commentatori sottolineavano che il fantasma del regime fascista aleggiasse sul Cile e molti – soprattutto chi ha vissuto la dittatura di Pinochet sulla propria pelle – erano preoccupati da un’eventuale vincita di Kast, avvocato e politico di origini tedesche la cui famiglia collaborò proprio con il defunto dittatore alle torture e alle sparizioni di molte persone, i tristemente celebri desaparecidos.

Ce lo confermava prima delle elezioni Pamela Sánchez Nieto, avvocata e attivista cilena per i diritti delle famiglie delle vittime della dittatura. Quando le abbiamo chiesto su quali presupposti i due candidati stessero basando le rispettive campagne, ci aveva risposto che Kast era intenzionato a militarizzare la regione mapuche, territorio ancora ampiamente abitato dalle omonime popolazioni indigene, per estrarre quante più materie prime minerarie possibile, appoggiando le imprese multinazionali per ottenere benefici tributari.
Al contrario Boric, leader delle marce studentesche nonché deputato del partito Convergencia social dal 2018, riconosce il valore delle popolazioni autoctone e mira a investire sulle fonti di energia pulita e rinnovabile.

Avevamo anche chiesto a Nieto quale sia stato il clima elettorale nelle ultime settimane: «Il paese è polarizzato. Nelle ultime settimane sono state pubblicate diverse fake news a favore del candidato di destra, a tal punto – specificava – che i deputati del partito di Kast hanno segnalato che si tratta di una forma legittima di far campagna ma che, nonostante le loro convinzioni, sono stati sanzionati e indagati dal Servizio Elettorale cileno».

«Il Cile è un paese giovane – continuava – che ha lottato contro l’oppressione cercando la sua identità nel crogiolo di etnie, fra l’esperienza coloniale e poi l’estrazione smisurata delle sue materie prime. I giovani cileni hanno sempre trovato il modo di sciogliere le catene dell’oppressione, hanno inventato nuove forme di lotta, per esprimere la libertà e integrare le diverse realtà in modo da avere un po’ di giustizia sociale».

In quanto membro di questa gioventù virtuosa, secondo Nieto Boric è il candidato ideale a ricoprire il ruolo di capo di stato cileno. Egli non solo ha militato a fianco dell’intero corpo studentesco nazionale, ma ha addirittura raggiunto obiettivi di pace importanti come la firma dell’Accordo di Pace sociale e nuova Costituzione del 2019, a chiusura delle tensioni del Estadillo e principio di un nuovo processo costituente.

 

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Categorie: Intercultura

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