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8 Febbraio 2022

Oceanix City, la città galleggiante contro l’innalzamento del mare

È il primo progetto abitativo sostenibile che resiste agli tsunami e potrà ospitare fino a 10mila persone, ma non è l’unico: ecco le idee più innovative

Sara Albanese

Città galleggiante - Oceanix City

Oceanix City sarà inaugurata nel 2025

Alcune grandi città costiere sono destinate a essere sommerse: Bangkok sprofonda di due centimetri l’anno e Giakarta, dove è già stato costruito un muro di 4 metri per contrastare l’innalzamento del livello del mare, potrebbe allagarsi entro i prossimi 30 anni; inoltre l’urbanizzazione delle coste sta distruggendo milioni di ettari di oceani marini.
Pensando a questi e altri possibili disastri l’imprenditore Mark Collins Chen, Ministro del turismo della Polinesia francese e fondatore della società Oceanix ha affidato allo studio di architettura internazionale Bjarke Ingels Group il progetto di una città galleggiante ed ecosostenibile a prova di uragani: Oceanix City – questo il nome scelto – sarà pronta entra il 2025, si troverà nelle acque dell’Oceano Pacifico, di fronte alla Corea del Sud e potrebbe arrivare a ospitare fino a 10mila persone su 75 ettari.

LA CITTÀ DEL FUTURO
La città sarà formata da quartieri modulari composti da piccole isolette esagonali unite tra loro in gruppi da 6, su cui si troveranno alloggi, scuole, negozi, strutture sanitarie e spazi per il lavoro e il tempo libero. Il piano prevede un porto centrale utile per le comunicazioni tra i quartieri e i villaggi esterni. Gli edifici non saranno più alti di 7 piani, gli impianti per produrre energia, desalinizzare l’acqua e ottenere il riscaldamento saranno completamente ecosostenibili.
Ogni singola isola inoltre sarà in grado di resistere alle più critiche condizione climatiche come inondazioni, maremoti e uragani di categoria 5 con venti superiori ai 250 km/h. Nella scelta delle superfici la preferenza sarà riservata a legni locali e bambù e i quartieri saranno progettati per coltivare facilmente alcuni prodotti sotto la superficie dell’acqua e soprattutto saranno adatti per la creazione di orti urbani.
Il progetto, disegnato in collaborazione con il Center For Ocean Engineering del Mit, è stato presentato all’agenzia Habitat delle Nazioni Unite, che si occupa di urbanizzazione socialmente e ambientalmente sostenibile.

ALTRE IDEE SOSTENIBILI
L’urgenza di adeguare le aree urbane ha dato il via a un insieme di progetti dedicati alle cosiddette città intelligenti, che non soltanto ridurranno le emissioni ma avranno anche una mobilità smart, un sistema di smaltimento dei rifiuti integrato e soluzioni efficienti per alimentare gli edifici. Restando sempre in Corea del Sud, uno studio di architettura e design sta sviluppando una “città da 10 minuti”: il concetto è quello di permettere a tutti i residenti di raggiungere ogni genere di servizio e attività dalla propria abitazione in questo lasso di tempo.
Il progetto Telosa, negli Stati Uniti, è invece pronta a nascere nel deserto a partire dal 2030: una città a misura di persona dove pedoni e biciclette avranno la priorità, ci sarà il recupero dell’acqua piovana, energie rinnovabili e tutti i cittadini avranno parità di accesso alla formazione e all’assistenza medica.
Venendo infine all’Italia, a Bergamo iniziano i lavori per Chorus Life, un distretto intelligente che pensa a una bassa densità abitativa ma a un’alta densità relazionale dove generazioni diverse possono vivere, socializzare e crescere insieme, condividendo lo stesso spazio per favore l’integrazione fra gli individui: una sorta di co-housing, ma più grande. Non resta che attendere.

 

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Categorie: Ambiente

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