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10 Febbraio 2022

Farinella Open Lab: la storia va in scena a Putignano

Un laboratorio artigianale per rivivere eventi del passato in veste carnascialesca, com’è tradizione nella città pugliese

Valeria Guardo

Pupazzo di carta - Farinella Putignano

Farinella è la maschera di Putignano

Un progetto che ha visto coinvolte decine di mani laboriose per ricostruire un episodio storico del Sud Italia che ha contribuito al processo di democratizzazione e tutela dei diritti della classe lavoratrice italiana a inizio Novecento. È Farinella Open Lab, un laboratorio artigianale che prende il nome dalla figura carnevalesca (Farinella, appunto) tipica di Putignano, cittadina pugliese nel cuore della Valle d’Itria dove presto avrà luogo un’insolita manifestazione che chiuderà il cerchio di questa iniziativa.

UN BANDO EUROPEO
L’idea del percorso partecipato per la costruzione di un’opera artistica che simboleggi la città di Putignano è stata selezionata nell’ambito dell’avviso della Regione Puglia Culture in cammino, che ha come obiettivo quello di realizzare iniziative legate al turismo lento e la sua destagionalizzazione, per rendere questo settore sostenibile per ambiente e persone.
Le attività, che hanno coinvolto 30 partecipanti, sono state finanziate dal Programma Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020 nell’ambito del progetto TheRout_Net- Thematic Routes and Networks. Gli incontri aperti al pubblico sono iniziati a ottobre e si sono conclusi ufficialmente il 27 dicembre scorso, data simbolica che segue di un solo giorno le cosiddette “propaggini” – il periodo che precede lo storico Carnevale della città – scelta dagli organizzatori per presentare a partecipanti e curiosi il risultato delle attività e qualche anticipazione sugli eventi futuri.

ARTIGIANATO, STORIA E CARNEVALE
Il percorso è stato strutturato in varie fasi, parte delle quali hanno avuto luogo alle neonate Officine Chiodo Fisso, gestite dai designer Alessio Verdolino ed Emanuele Ricchi. La fase di design thinking ha preceduto la realizzazione artigianale vera e propria, con l’idea di proporre una rievocazione storica dei tumulti contadini che colpirono l’Italia nel 1902.
Le proteste furono molto forti al Sud, dove al duro lavoro sotto al sole cocente, la pioggia e le intemperie si sommavano tassazioni sul macinato molto alte e condizioni di vita davvero misere. Il 14 maggio di quell’anno a Putignano le agitazioni videro ben 5000 contadini dirigersi al palazzo del Comune per far valere i propri diritti, ma i carabinieri di guardia spararono sulla folla armata di soli sassi e bastoni, uccidendo diverse persone.
Da questo episodio è nato un minuzioso lavoro di ricerca documentale e brainstorming che ha portato a concepire l’oggetto del percorso: la storia delle proteste si sarebbe incrociata alla tradizione del Carnevale, così come il sacro della venerazione delle reliquie al profano della lotta per il pane quotidiano.

RICOSTRUIRE IL FATTO STORICO
Il punto di incontro tra i tumulti e le manifestazioni carnascialesche è costituito dalla cosiddetta “farinella” (farenèdde in apulo-barese), una finissima farina tipica di Putignano ricavata da orzo e ceci, il solo alimento che un contadino di queste zone potesse permettersi per sfamare sé e la propria famiglia a inizio ‘900. Essa divenne col tempo un vero e proprio simbolo per la città, la quale le dedicò l’omonima maschera di Carnevale, a metà tra un Arlecchino e un Pulcinella.
Quest’anno Farinella assumerà il ruolo di “santa” all’interno della manifestazione che avrà luogo il prossimo 14 maggio: ispirati dalla tradizione dei mastri cartapestai putignanesi, i partecipanti al Farinella Open Lab hanno ricostruito la scenografia tipica di una processione religiosa, ma con molti rimandi al mondo contadino. Il baldacchino ospiterà la statua di santa Farinella e la sua reliquia – un sacco di farina – sarà portata per le vie della città da uomini incappucciati protetti da confraternite contadine. Il punto di arrivo sarà, esattamente come accadde 120 anni fa, il palazzo del Comune di Putignano.

 

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Categorie: Cultura

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