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18 Febbraio 2022

Studenti nelle piazze di tutta Italia per un nuovo modello scolastico

Stamattina una nuova manifestazione per chiedere dei cambiamenti radicali: dall’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro alle modifiche della maturità

Sara Albanese

Striscione con scritta Di scuola-lavoro non si può morire

Oggi riprende la protesta degli studenti

Sono più di 20 le scuole occupate a Torino e in altri comuni dell’area metropolitana e molte di loro scenderanno oggi in piazza contro gli stage, le modalità della maturità e la reazione delle forze dell’ordine durante le ultime manifestazioni del 28 gennaio e del 4 febbraio.
Studenti e studentesse richiedono un cambiamento radicale di tutto il modello scolastico: i problemi della didattica, il benessere psicologico, le strutture poco sicure, i mezzi di trasporto insufficienti. Ma soprattutto le occupazioni nelle scuole tornano in seguito alle morti di Lorenzo Parelli durante l’alternanza scuola-lavoro e, pochi giorni fa, di Giuseppe Lenoci nel corso di uno stage curriculare. Un altro motivo di protesta riguarda l’episodio del professore che chiedeva alle studentesse foto sessualmente esplicite in cambio di buoni voti.

Dal Liceo Regina Margherita (dove ieri è intervenuto il cantante J-Ax), al Liceo Gioberti, dal Majorana di Grugliasco al Darwin di Rivoli. I giovani manifestanti hanno ribadito più volte che l’alternanza scuola-lavoro debba essere abolita perché inefficace: il problema principale rimane infatti la sicurezza negli ambienti di lavoro, senza dimenticare la questione dello sfruttamento, sempre più diffuso da parte delle aziende.
A tal proposito il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha detto: «La sicurezza sul lavoro deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei ragazzi in formazione». Inoltre, ritiene «urgente ritrovarci anche insieme alle Regioni per un iter che porti a una maggiore sicurezza in tutti i percorsi di formazione dove sono previsti contatti dei nostri giovani con il mondo del lavoro».

La pandemia in questi ultimi due anni ha evidenziato i problemi strutturali del sistema scolastico e universitario, un sistema che non deve avere la sola funzione di insegnare i saperi tradizionali. Oggi gli studenti lottano per una scuola che non sia incentrata sul voto, che generi ansie e stress, ma sia anche un luogo aperto, di relazione e socialità in grado di educare anche al pensiero critico con l’adeguato supporto psicologico.
Tra i giovani c’è la consapevolezza che la strada intrapresa sia quella giusta e che non ci sia più tempo da perdere, secondo le parole del collettivo studentesco Gioberti: “Questa occupazione, questo corteo, queste settimane di mobilitazione non sono un punto di arrivo, devono essere un punto di partenza. Da troppo tempo le studentesse e gli studenti del paese sono senza risposta, da troppo tempo i governi e le riforme del sistema scolastico peggiorano la situazione”. Gli studenti iscritti all’ultimo anno in queste settimane hanno continuato la protesta contro l’esame di maturità proposto dal Ministero dell’Istruzione, che reintroduce lo scritto dopo due anni di anni di sole prove orali e soprattutto dopo due anni di didattica a distanza. Secondo i maturandi la prova scritta basata su quattro materie non è coerenze con la preparazione che hanno avuto.

Intanto un’ordinanza del Capo di Gabinetto del Viminale Bruno Frattasi, in vista della manifestazione studentesca di stamani, chiede ai responsabili dell’ordine pubblico un intervento preventivo per garantire il regolare svolgimento dello sciopero e di “attivare ogni possibile canale preventivo di dialogo con i promotori o gli organizzatori delle iniziative e di coinvolgere anche i dirigenti scolastici”. Quest’ultimo aspetto sembra importante proprio per la delicatezza e la sensibilità delle tematiche sollevate da studenti e studentesse, volendo evitare in ogni modo possibili scontri di qualunque natura.

 

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Categorie: Formazione

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