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28 Febbraio 2022

Conoscete la storia dell’Ucraina?

Per capire meglio cosa stia succedendo può essere utile dare uno sguardo al passato, più o meno recente, dello stato invaso dalla Russia giovedì scorso

Silvia Bruno

Bandiera ucraina su pennone

L’Ucraina ha una storia lunga e complicata

Fra i pretesti che Vladimir Putin ha addotto per invadere l’Ucraina c’è l’affermazione che essa non sia mai stata davvero una nazione e che in realtà russi e ucraini siano un unico popolo. La realtà ovviamente è molto più complessa e diventa quindi importante ripercorrere la storia di questo territorio per provare a capire meglio come si sia arrivati a questo punto.

L’Ucraina è abitata fin dalla preistoria e nell’antichità vede avvicendarsi diverse popolazioni nomadi (Cimmeri, Sciti, Sarmati) fino alle invasioni di Goti, Unni, Avari e Chazari, tra il III e VII secolo d.C.
In seguito arrivano anche i primi Slavi, che sviluppano una fiorente economia fondando diverse città, fra cui Kiev. Grazie inoltre al contributo dei Vichinghi, l’odierna capitale ucraina diventa così il cuore di uno stato medievale – denominato nell’800 la Rus’ di Kiev – composto da vari principati, dal Mar Nero alla Finlandia, che ha la sua massima espansione intorno all’anno 1000.
Da questa fase storica nasce il moderno nazionalismo ucraino ma al tempo stesso la pretesa di Putin, che considera la Rus’ un primo embrione dello stato russo, anche se all’epoca l’impero zarista non esisteva ancora; la questione è comunque ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi.

Nei secoli successivi il territorio ucraino passa a fasi alterne sotto il dominio della Lituania e della Polonia, con l’eccezione di circa cento anni (tra Seicento e Settecento), periodo in cui la comunità militare dei cosacchi riesce a creare uno stato autonomo. Nel 1772 arriva poi la spartizione tra impero asburgico e zarista, che fino all’Ottocento attua una dura repressione nei confronti della popolazione e della sua cultura.

L’Ucraina prova a rendersi indipendente approfittando della debolezza dello Zar durante la prima Guerra Mondiale, ma con la Rivoluzione russa diventa uno degli stati dell’Unione Sovietica. Inizialmente gode di una certa autonomia, ma poi gli anni Trenta portano una graduale sostituzione del russo alla lingua e nelle tradizioni locali. Sono anche gli anni di una terribile carestia che, complice la riorganizzazione agricola imposta, causa 4 milioni di morti.

La vera indipendenza ucraina arriva nel 1991, con il crollo dell’Urss. Da allora il nuovo stato ha sempre avuto una doppia anima: da una parte il desiderio di avvicinarsi maggiormente all’Europa e all’Occidente (nel 2008 la Nato accetta un possibile, futuro ingresso di Kiev nel patto atlantico), dall’altra quello di restare alleato della Russia. Prove di questa lacerazione interna sono due manifestazioni di massa negli ultimi decenni, la prima nel 2004 a sostegno della vittoria del filo-europeo Yushenko e l’altra nel 2013 contro l’allora premier filorusso Yanukovich, che alla fine si dimette scappando proprio in Russia.

A questo punto Putin interviene invadendo la Crimea, parlando di colpo di stato in Ucraina e finanziando gruppi militari vicini al Cremlino nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk (dove molti abitanti sono russofoni), che si autoproclamano indipendenti. Formalmente nel 2015 a Minsk si firma la fine del conflitto e il ritorno all’Ucraina dei due territori, ma di fatto i combattimenti non sono mai cessati.

Il resto, è storia che stiamo vivendo.

 

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