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7 Luglio 2022

Il ritorno di Balon Mundial

Dopo due anni di stop forzato, nel weekend si disputano le finali della 14a Coppa del Mondo di calcio fra squadre di migranti presenti a Torino

Antonio Tedesco

Giocatori calcio a 5 Balon Mundial

Nel weekend le finali di Balon Mundial

Lo sport come collante sociale è al centro di Balon Mundial, il torneo di calcio fra comunità di migranti che il 9 e 10 luglio vedrà la sua fase finale al Circolo Arci Da Giau. A parlarci del progetto nel suo complesso è Tommaso Pozzato, Presidente dell’Asd che gestisce la manifestazione e le iniziative.

Come è nato Balon Mundial?
«Siamo partiti nel 2007  solo organizzando un torneo, nato dalla voglia e dalle idee che fanno scoccare la scintilla quando si parla tra amici. Ovviamente uniti dal comun denominatore di persone che credono nello sport e nella sua funzione sociale, e nel ruolo che può svolgere contro ogni tipo di discriminazione. Con il passare degli anni le squadre aumentavano verticalmente, quindi è stato un percorso naturale passare dal gruppo di amici a una macchina organizzativa più complessa, e per gestire il tutto abbiamo quindi formato nel 2012 l’Associazione Balon Mundial, prima Onlus sportiva in Piemonte, ricalcando sempre le idee che stanno dietro al torneo».

Inoltre durante l’anno gestite due squadre.
«Sì, ne abbiamo una maschile di calcio a 11, la Senza Frontiere Football Club, dove diamo a tutti la possibilità di giocare in un contesto di incontro multiculturale, imparando a vivere il calcio come un momento crescita personale prima che sportiva. Poi c’è quella femminile di calcio a 5, Le Queens, che nascono per dare a donne rifugiate e richiedenti asilo uno spazio permanente in cui incontrarsi, comunicare e confrontarsi. Entrambe le squadre si allenano con un metodo che contraddistingue la nostra associazione, il Key Pass, e in un ambiente multiculturale dove non interessa fare selezione tecnica».

Quali risultati ottenete con le vostre azioni?
«Il progetto nel complesso porta in continuazione dei risultati. Un esempio è il progetto sulla parità di genere nello sport promosso da Adidas, Breaking Barriers, che ci ha permesso e ci permette di lavorare insieme ad altre organizzazioni europee. A ciò si aggiungono le inaugurazioni di due campi da calcio a cinque, uno che si trova all’interno del circolo Arci Da Giau donato da Adidas in occasione della finale di Champions League femminile che si è tenuta a Torino il 21 maggio 2022, e uno da Lay’s alla Casa del quartiere Cecchi Point: l’obiettivo è poter allenare e lavorare tutto l’anno».

Ma Balon Mundial non è solo sport…
«No, perché l’evento porta a creare intorno ai campi occasioni di promozione culturale, per coinvolgere persone che altrimenti non avrebbero opportunità di conoscersi, sempre con l’obiettivo di abbattere i muri e superare le barriere. Tra l’altro questa è la prima edizione di calcio a 5 maschile, mentre da fine luglio partiremo con il calcio a 11. Rimane comunque un esperimento esperimento particolare, visto che molte comunità abitano a Torino nord e il giorno delle partite si crea questo esodo che in pratica attraversa tutta la città per raggiungere il campo».

Quali sono le comunità di migranti più attive?
«Tra quelle più attive c’è l’Argentina, che partecipa con una squadra maschile e una femminile e contribuisce anche cucinando piatti tipici per chi viene a vedere il torneo, proponendosi con grande entusiasmo. Un bel messaggio è quello della squadra indiana, poco competitiva nell’affrontare le gare ma attraverso il calcio mettono assieme studenti e lavoratori, riuscendo quindi a creare quel legame di comunità che noi ci prefissiamo. Ciò che ci interessa è che le persone si incontrino. All’inizio dovevamo spingere noi affinché si creassero le squadre, adesso sono le “nazionali” che si formano spontaneamente e questo vale più di qualsiasi vittoria».

 

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Categorie: Intercultura, Sport

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