Home » Ambiente » A Torino arriva il Climate Social Camp

22 Luglio 2022

A Torino arriva il Climate Social Camp

Dal 25 al 29 luglio il Parco della Colletta diventa teatro di confronto per i gruppi ambientalisti (presente anche Greta Thunberg) e altri movimenti che sognano un mondo migliore

Antonio Tedesco

Logo Climate Social Camp su foto corteo

Il Climate Social Camp sarà dal 25 al 29 luglio

La prossima settimana Torino sarà capitale della lotta al cambiamento climatico: da lunedì 25 a venerdì 29 luglio il Climate Social Camp animerà la città tra il Parco della Colletta e il Campus Luigi Einaudi, con forum di approfondimento e workshop.
Vari gli ospiti provenienti da tutto il mondo, per affrontare una complessità di tematiche che non si fermano all’ambientalismo ma toccano le diseguaglianze e il lavoro. Per l’occasione sarà presente anche Greta Thunberg, tre anni dopo la Marcia per il Clima del dicembre 2019, ma questa volta l’attivista svedese per sua scelta non si presenterà come leader del movimento del Fridays for Future.
L’evento è realizzato in collaborazione con il Festival Alta Felicità in programma dal 29 al 31 luglio in Valsusa, che i partecipanti raggiungeranno nella giornata conclusiva dopo il corteo in Piazza Castello.
A spiegarci meglio l’iniziativa è Camilla Savio, componente dell’assemblea organizzativa del Camp.

Da cosa nasce e cosa vi prefissate di raggiungere da questo incontro tra associazioni e movimenti ambientalisti?
«Il Climate Social Camp nasce dalla volontà di realtà e movimenti sociali, studenteschi, giovanili e di quartiere sul territorio torinese di ritrovarsi a discutere di crisi climatica. Abbiamo la necessità di sviluppare un pensiero e un agire ecologico nella sua totalità, che sappia cogliere le crisi che non si possono riassumere solo con dati numerici, ma che sia in grado di far fronte alle esigenze sociali di tutta la popolazione nel rispetto delle peculiarità locali, ma in un’ottica internazionale. L’obiettivo è quindi quello di convergere tra realtà per costruire un domani diverso e lottare su più piani contro la crisi climatica e il sistema che l’ha causata e sta continuando a svilupparla».

Perché è stata scelta Torino e questo aumenta l’importanza della città come punto di riferimento dell’associazionismo ambientale?
«Torino è stata scelta in quanto a livello europeo è una delle città più inquinate e che conosce per prima gli effetti della crisi climatica: basti pensare alla crisi idrica di questa estate che sta colpendo il Piemonte. Inoltre il movimento di Fridays for Future in questi ultimi anni ha avuto un forte impatto in città attraverso le proprie mobilitazioni, riuscendo ad arrivare a tantissime persone. Torino è una città ricca di realtà e movimenti attivi da anni in diverse forme sulle tematiche che affronteremo al Camp: dall’antirazzismo al transfemminismo, dal tema del lavoro alla lotta contro le multinazionali che inquinano e devastano i territori».

Come sarà finanziato il Camp?
«Fin dall’inizio abbiamo organizzato il tutto con le nostre forze e disponibilità. Crediamo nell’autorganizzazione e nell’autogestione di tutta la parte logistica e organizzativa, per questo abbiamo lanciato un crowdfunding per finanziare le spese e permettere nella riuscita degli eventi che si svolgeranno durante la settimana».

Da cosa nasce la collaborazione con il Festival Alta Felicità e il Movimento No Tav?
«Come realtà e persone che compongono il Climate Camp supportiamo la lotta No Tav. In Valsusa c’è un esempio di resistenza contro la devastazione ambientale che il progetto Torino-Lione sta causando da 30 anni in cui crediamo fortemente. Le dirette conseguenze della crisi climatica in Valsusa, a pochi chilometri da Torino, le vediamo tutti i giorni con la siccità in aumento e lo scioglimento sempre più veloce dei ghiacciai in alta valle, dagli incendi sempre più frequenti all’impoverimento di flora e fauna. Il Festival dell’Alta Felicità fin da subito ci ha dato una grossa mano nel realizzare quello che stiamo facendo e noi ci ispiriamo a loro nell’organizzazione dal basso. L’ultimo giorno del camp dopo il corteo infatti saliremo in Valsusa per raggiungere il Festival e creare un’unione di lotte ed esperienze».

Con la caduta del governo, l’imminenza delle elezioni può essere un’occasione per porre la questione ambientalista tra i temi principali della politica?
«La lotta ambientalista deve pretendere dalla politica prese di posizioni più reali e chiare. Da anni a questa parte vediamo invece come le istituzionali non ascoltino le giovani generazioni, e non solo, che lottano contro la crisi climatica ed ecologica e per questo crediamo che solo attraverso l’unione dal basso di più lotte si possa realmente incidere su un cambiamento radicale nel presente e nel futuro, poiché ormai non c’è più tempo e un cambiamento sistemico è urgente e necessario».

 

Tag: , , , ,

Categorie: Ambiente

Lascia un commento