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22 Settembre 2022

Un giro a Terra Madre Salone del Gusto

Qualche assaggio e quattro chiacchiere con alcuni espositori presenti alla manifestazione organizzata da Slow Food che si apre oggi a Parco Dora

Antonio Tedesco

Stand e pubblico a Parco Dora - Terra Madre Salone del Gusto

Terra Madre Salone del Gusto ha aperto oggi a Parco Dora

Ore 11, all’ingresso c’è già una lunga fila. Emerge che la preparazione dei gazebo è in ritardo, tant’è che continua ad arrivare gente carica di scatoloni, con bottiglie di vino e cibo pronto da esporre. Logistica a parte, una volta entrati nello spazio che per i prossimi giorni ospiterà Terra Madre Salone del Gusto, è tutto una scoperta continua per gli occhi, ma soprattutto per le papille gustative.

Gli stand che aprono le degustazioni sono prevalentemente a marchio meridionale, d’altronde quale sarebbe stato il modo migliore per iniziare? Il primo assaggio è la Provola delle Madonie: pasta filata dal sapore intenso, prodotta da latte vaccino. Maria racconta: «Alleviamo bovini di razza bruna e meticcia, per poi produrre vari tipi di provola, da quella semplice a quella stagionata due anni. Quella affumicata la facciamo a legno con rami di alloro, mirto e paglia, che danno un sapore boschivo. Oppure abbiamo quella con il limone dentro, con il pistacchio. L’ultima trovata è quella con la curcuma, che nei piatti dà un colore particolare».

Si continua con il Fiore sardo dei pastori: stagionatura dai 7 ai 36 mesi, salato ma allo stesso tempo con un gusto che sa di cioccolato fondente.
Dalla Toscana affascina molto il Biroldo della Cargnana, forse per stomaci forti poiché fatto con parti meno nobili del maiale (testa, lingua e cuore) cotte in acqua calda, a cui vengono aggiunti il sangue e le spezie. Poi viene bollito altre tre ore per far perdere la parte grassa, e consumato entro 60 giorni dalla produzione. Sapore particolare e molto intenso, vale la pena fare l’atto di coraggio.
Dalla provincia di Matera viene il Pezzente della montagna: salamino dal sapore dolce, insaporito da aglio e finocchietto selvatico e proveniente da allevamento semi brado, alimentazione a livello naturale senza mangimi che permette al prodotto di essere più grasso, ricco inoltre di omega 3.

Passiamo poi all’olio di Minervino Murge, ottenuto da ulivi secolari, raccolti a ottobre con le olive verdi; il sapore ricorda la mela verde con un retrogusto erbaceo, si utilizza soprattutto a crudo.
In ripresa come produzione è l’Anice verde di Castignano (Ascoli Piceno, Marche), da cui Paolo tira fuori biscotti, distillati e marmellata. I primi sono semplici (anice, farina e uova) e racchiudono un gusto gradevole al palato, rinfrescato dopo averli assaporati. «La coltivazione dell anice è complicata – dice – perché viene raccolta a mano, essiccata e poi battuta. Attualmente riusciamo a produrne 4-5 quintali, dopo che come coltura era stata abbandonata negli scorsi anni per mancanza di manodopera».

Quello che si fa a Parco Dora da oggi è un viaggio nel gusto italiano che apre all’internazionalità. Andando a Terra Madre Salone del Gusto potrete infatti trovare le ostriche dei pescatori tradizionali del Mare di Wadden, i prodotti delle Filippine e dell’Ucraina, lo stand dell’Arabia Saudita o l’autentico Sake giapponese.

Per non spoilerare altro ci fermiamo qui; per il resto, andate a scoprire con i vostri occhi, anzi, con il vostro palato.

 

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Categorie: Cultura

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