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6 Dicembre 2022

I film che abbiamo visto al Torino Film Festival

Dalla satira di Antonio Rezza all’introspezione di Michele Sambin, le proiezioni a cui siamo stati nei giorni della rassegna cinematografica

Antonio Tedesco

Platea 40° Torino Film Festival

Al 40° Torino Film Festival abbiamo visto 4 film

Oltre 170 film, le masterclass di Toni Servillo, Paola Cortellesi e dell’attesissimo Paolo Sorrentino, oltre al bagno di affetto che ha avvolto la presenza di Malcolm McDowell, il celebre Alex di Arancia Meccanica. La 40a edizione del Torino Film Festival ha regalato 10 giorni di immersione nella fantasia che diventa realtà e di realtà che si fa racconto di evasione. Film ma anche documentari inaspettati come quello sugli ultimi 100 giorni di Marco Pannella o quello su chi vive attivamente la causa dei NoTav. Non solo scelte di nicchia, ma anche visioni più pop che hanno dato modo a chiunque di accomodarsi in questi giorni sulle poltrone dei cinema Massimo, Greenwich e Romano.
Anche noi siamo stati ad alcune proiezioni di questo Festival e proviamo a raccontarvele.

Il primo film che abbiamo visto è Il Cristo in gola di Antonio Rezza, attore protagonista oltre che regista. Si tratta di un girato totalmente autarchico, come ha spiegato lo stesso autore, nel suo rappresentare la passione e la morte di Gesù. Autarchico nel senso che sono stati i personaggi a prendere vita a mano a mano che venivano girate le scene, il tutto ampliato proprio dalla durata delle riprese, che sono durate circa 20 anni: essendo un film autoprodotto è stato infatti realizzato nei ritagli di tempo che l’artista è riuscito a trovare nel tempo. Le parole della sceneggiatura vengono limitate a quelle di Erode, fautore della strage degli innocenti attuata per uccidere il Cristo bambino, e a Ponzio Pilato, nel fondamentale passaggio della Passione in cui si laverà le mani del destino di Gesù.
Oltre a loro a parlare è anche un’anziana signora che spunta in scena per chiedere a Cristo: “Ti sei iscritto alla Siae? Ci hai pensato mai? Tu hai sottovalutato il diritto di autore”, o per consigliare: “Tu qui sei sprecato, devi avere il coraggio di andare all’estero“. In tutto ciò, le urla di Gesù da fastidiose diventano un’abitudine con cui convivere per tutta la durata del film, quindi anche motivo di risata.

Dalla Passione di Cristo alle riflessioni sull’eredità coloniale: in questo caso quella francese, che troviamo in Pacifiction. La storia gira attorno all’alto commissario De Roller, esponente del governo francese in Polinesia, che prova a fare da ago della bilancia tra l’istituzione che rappresenta e i funzionari e la gente comune di Tahiti. A complicare la situazione è la voce secondo cui il governo francese stia per ricominciare i test nucleari nelle isole del Pacifico.
Il lavoro si intreccia inevitabilmente con le sensazioni personali del protagonista interpretato da Benoit Magimel, adatto al ruolo prettamente riflessivo.

Un film sorprendente per le emozioni che riesce a suscitare è invece Orlando, con il ritorno al cinema di Michele Placido che impersona un nonno di campagna costretto a trasferirsi a Bruxelles dopo la morte del figlio per badare alla nipote. Un rapporto che nasce quindi nella tragedia comune, che vacilla nelle differenze inevitabili sulla concezione della vita, ma che soprattutto grazie alla vitalità della bimba di città (ottimamente interpretata dall’esordiente Angelica Kazanova) culmina in una grande intesa che cancella qualsiasi solitudine.

L’ultima opera vista è Dentro alle cose di Michele Sambin. Descriverlo è difficile, per la sua atipicità che cattura lo spettatore dentro la vita e gli attimi vissuti dallo stesso autore, che infatti lo descrive così: «Dentro alle cose è un diario visivo che fissa, attraverso l’occhio della macchina da presa, ciò che vivo quotidianamente nel mio spazio di lavoro immerso nella campagna salentina, un luogo che mi sono costruito e in cui abito coltivando un dialogo creativo tra natura/arte/vita». È un contesto nel quale quindi chi guarda può farsi trascinare nella semplicità degli atti messi sullo schermo, distraendosi con i rumori e i suoni dentro alle cose che lo circondano.

 

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Categorie: Cultura

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