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11 Gennaio 2023

Lavoro: a gennaio previste 37.000 assunzioni in Piemonte

Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior il mercato occupazionale riparte alla grande nel nuovo anno

Antonio Tedesco

Grafica con disegni di cv e lente d'ingrandimento

Le aziende prevedono di assumere molti lavoratori nel 2023

Fra Valle d’Aosta, Liguria e Piemonte sono oltre 127mila i nuovi posti di lavoro programmati dalle aziende nel primi trimestre 2023, di questi ben 91.630 nella nostra regione (+10.000 rispetto al primo trimestre dello scorso anno): solo per il mese di gennaio ne sono previsti 37.349, con un incremento di 1.690 unità rispetto a dodici mesi fa.

È quanto emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. A livello nazionale saranno 504mila i lavoratori ricercati dalle imprese a gennaio, ben 1,3 milioni per il primo trimestre dell’anno. Il confronto rispetto a gennaio 2022 fa quindi registrare 46mila assunzioni in più (+10,1%), mentre l’aumento è di 149mila (+12,9%) se si considera il paragone fino a marzo.

Il settore manifatturiero è quello con più richieste di assunzione con un incremento di 19mila unità (+17,8%), seguono turismo (+10mila unità e +21%), servizi operativi di supporto a imprese e persone (+7mila e +17,7%) e servizi alle persone (+7mila e +12,9%).
Continua a salire invece la difficoltà di reperimento per le aziende (+46,5%), in particolare per le figure dirigenziali (66%) e gli operai specializzati (62%).

Con 51mila posti disponibili, l’edilizia fa da capofila nella richiesta di manodopera industriale, seguito dalla meccatronica con 34mila e dalla metallurgia (27mila assunzioni). Nel terzo settore sono previste complessivamente 330mila assunzioni: 64mila i profili ricercati nei servizi alle persone, seguiti da commercio (60mila) e turismo (58mila).
I giovani sotto i 30 anni sono i lavoratori più ricercati con 153mila posti previsti; circa il 20% delle ricerche di personale è rivolto a laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila). Importante anche la quota di immigrati richiesti (oltre 91mila) nei settori della logistica, dei servizi operativi e nella metallurgia.

Il tempo determinato rimane la tipologia di contratto più usata con 208mila nuove unità previste, pari al 41,3% del totale. Praticamente la metà saranno invece gli assunti a tempo indeterminato (122mila unità, 24,3%), a cui seguono i contratti in somministrazione (74mila, 14,7%) e gli altri non alle dipendenze (44mila, 8,8%). L’apprendistato rappresenta invece il 5,0% delle assunzioni, mentre collaborazioni e altre tipologie alle dipendenze vengono indicati rispettivamente per 19mila (3,7%) e 10mila persone (2,1%).

Il quadro complessivo dunque è quello di una situazione prevalentemente precaria, che si accompagna all’annoso problema dei salari: rispetto al 1990 l’Italia è infatti l’unico Paese Ue dove sono decrescenti (-2,9%).

 

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Commenti (1)

  1. Valeria ha detto:

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