Home » Tecnologie » Sono 54mila gli hikikomori in Italia

15 Marzo 2023

Sono 54mila gli hikikomori in Italia

I dati provengono dal primo studio sul fenomeno di ritiro sociale volontario che si verifica soprattutto tra gli adolescenti

Antonio Tedesco

Ragazzo al pc visto di spalle - hikikomori

Gli hikikomori in Italia sarebbero oltre 50mila

Hikikomori è un termine giapponese che significa letteralmente “stare in disparte” e viene utilizzato per riferirsi a chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni), rinchiudendosi nella propria abitazione, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con la propria famiglia. A livello mondiale il fenomeno riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, principalmente maschi (tra il 70% e il 90%), anche se se il numero delle ragazze potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora.

Questa condizione è stata osservata e studiata per la prima volta in Giappone, ma oggi coinvolge anche tanti ragazzi italiani, che secondo quanto emerso sarebbero 54mila. Fino a ora, infatti, esistevano pochissimi dati al riguardo e non c’erano mai state ricerche vere e proprie che delineassero il quadro nel nostro paese. A colmare la lacuna è stato l’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, con il primo studio nazionale volto a fornire una stima quantitativa dell’isolamento volontario nella popolazione.

Si tratta soprattutto di ragazzi e di giovanissimi tra i 15 e i 17 anni. Durante il periodo di ritiro hanno largamente utilizzato la tecnologia: molti riferiscono di aver ascoltato musica (69,4%), giocato online (55,3%) o utilizzato i social network (55%). Questo aspetto trova conferma nel fatto che, tra coloro che si sono isolati per più di 6 mesi, vi è un maggior numero di giovani “a rischio hikikomori” rispetto a coloro che sono rimasti ritirati per minor tempo. Inoltre i ragazzi che in passato sono rientrati in tale definizione affermano in percentuale maggiore che i propri genitori abbiano accettato il loro isolamento senza porsi domande.

Le cause che portano a questa condizione possono essere diverse; in primis quelle caratteriali: in genere parliamo di ragazzi intelligenti, ma anche particolarmente sensibili e inibiti socialmente. Un temperamento che contribuisce alla loro difficoltà nell’instaurare relazioni soddisfacenti e durature, così come nell’affrontare con efficacia le inevitabili difficoltà e delusioni che la vita riserva. Incide molto anche la situazione familiare: l’assenza emotiva del padre e l’eccessivo attaccamento alla madre sono indicate come possibili concause, soprattutto nell’esperienza giapponese; i genitori faticano a relazionarsi con il figlio, il quale spesso rifiuta qualsiasi tipo di aiuto.
Importante è anche l’ambito scolastico: il rifiuto della scuola, vissuta in modo particolarmente negativo, è uno dei primi campanelli d’allarme e molte volte dietro l’isolamento si nasconde una storia di bullismo. Infine ci sono cause legate alla società: gli hikikomori ne sviluppano una visione molto negativa e soffrono particolarmente le pressioni di realizzazione sociale, dalle quali cercano in tutti i modi di fuggire.

Come si possono aiutare questi ragazzi? Una modalità di “cura” è ancora lontana dall’essere definita, anche se sono state provate varie strategie terapeutiche. Spesso questi trattamenti includono un lavoro sul contesto, sulla famiglia e sulle relazioni in generale, oltre a un percorso di psicoterapia individuale. La terapia familiare deve comprendere sia il paziente che i suoi genitori, mentre il trattamento cognitivo-comportamentale dovrebbe focalizzarsi su ansia sociale, senso d’inadeguatezza e bassa autostima. Il percorso di cura prevede infine esercizi di esposizione alle situazioni temute, finalizzati ad aumentare gradualmente il contatto sociale.
A Torino ad esempio per il fenomeno hikikomori il Gruppo Abele ha creato il progetto educativo Nove ¾, che prevede un affiancamento a domicilio con la possibilità di frequentare un centro laboratoriale dedicato.

 

Tag: , , , ,

Categorie: Tecnologie

Lascia un commento