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26 Giugno 2023

Beni confiscati a Torino: dove sono e come vengono riutilizzati

Una mappatura delle proprietà sequestrate per associazione a delinquere di stampo mafioso e per cosa sono stati reimpiegati

Antonio Tedesco

Cartina di Torino con punti beni confiscati

A Torino ci sono decine di beni confiscati (immagine dal Geoblog di Libera)

 

I beni confiscati alle mafie sono una delle forme di lotta alla criminalità organizzata più efficace e anche ricca di significato. Le ricchezze accumulate illecitamente dai mafiosi, ad esempio coi soldi del traffico di droga o delle estorsioni, possono essere espropriate per diventare proprietà dello Stato. Lo prevedono alcune leggi.
La prima, approvata nel 1982, è la Rognoni-La Torre, che ha introdotto il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e il sequestro “delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego”. In seguito, grazie alla campagna nazionale dell’associazione Libera e al coinvolgimento di oltre un milione di cittadini attraverso la raccolta firme si arriva all’approvazione della Legge 109 del 1996, che stabilisce come i beni confiscati non possano avere altra funzione se non quella di servizio alla società: devono tornare cioè alle comunità alle quali sono stati sottratti e diventare servizi, scuole, strumenti e luoghi di lotta al disagio.

Esistono tre categorie di beni confiscati: aziendali (aziende, quote e partecipazioni societarie), mobili (auto, moto, denaro) e immobili (appartamenti, ville, terreni, box, autorimesse, terreni). Questi ultimi sono quelli simbolicamente più importanti, proprio perché al centro del tema del riutilizzo sociale.
Tali beni possono essere mantenuti nel patrimonio dello Stato per “finalità di giustizia, ordine pubblico e protezione civile”, oppure possono essere trasferiti a comuni, province o regioni. Gli enti locali, a loro volta, possono amministrare direttamente il bene per fini istituzionali o assegnarlo in concessione ai soggetti sociali indicati dalla legge: associazioni, cooperative, gruppi, comunità.

Fatte le dovute premesse andiamo a vedere qual è la situazione degli immobili confiscati nel territorio della Città di Torino, con l’aiuto della sezione Amministrazione Trasparente del sito comunale relativa al patrimonio immobiliare, dove si può trovare l’elenco dei beni attualmente destinati al Comune.
Un’ulteriore integrazione si può inoltre fare attraverso il Geoblog elaborato e messo a disposizione da Libera Piemonte, che fornisce anche la mappatura dei beni confiscati nell’intera regione.

Attualmente a Torino risultano 76 unità; di questi però solo 16 sono stati destinati, mentre i restanti rimangono in dote al patrimonio dello Stato o all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc).
Dei 26 beni che andiamo quindi a prendere in considerazione emerge che 5 sono riutilizzati per fini istituzionali, 6 sono stati assegnati in gestione ad associazioni per fini sociali, mentre i rimanenti 5 sono attualmente in attesa di assegnazione.

I beni riutilizzati per uso istituzionale hanno funzioni diverse. Sono destinati all’emergenza migranti del Servizio Stranieri quello in via Santa Giulia 6 e quello in corso Vigevano 50, oltre al locale commerciale in via Camerana 15, assegnato per le competenze gestionali della Divisione Servizi Sociali. Alla Divisione Edilizia residenziale Pubblica sono stati affidati un’unità immobiliare in via Leinì 51, un appartamento e tre box in strada Altessano 130.

Per quanto riguarda la gestione da parte delle associazioni, Acmos ha preso un locale commerciale in via Salgari 7 con lo scopo di adibirlo a laboratorio artistico finalizzato in particolare all’organizzazione di mostre ed iniziative volte al contrasto delle mafie. L’associazione musicale Musicaviva si è aggiudicata l’appartamento in via Digione 3 per utilizzare lo spazio a fini didattici, mentre l’alloggio in via Tiziano 36 è stato assegnato all’Associazione Self Help per dare ospitalità a donne sole o con figli segnalate dai Servizi Sociali della Città.
Il locale in corso Orbassano 215 è stato affidato all’Unicef, mentre l’immobile indipendente in via Chambery 91 è in capo all’Asl che lo ha ristrutturato e adibito a cure palliative.
Il sesto bene ad essere affidato a un ente del Terzo Settore è in via Saccarelli 14: a gestirlo è l’Associazione Leonardo Onlus, per fornire aiuto ai senza fissa dimora.

Infine, tra i beni in attesa di assegnazione, gli ultimi arrivati sono tre unità immobiliari, due appartamenti situati in corso Lecce 25 e via Bardonecchia 48 e il “Castello Bramafame”. Gli altri due consistono invece in un’autorimessa in via Claviere 9, che sarà affittata a privati con il reimpiego del ricavato per fini sociali e in un locale commerciale in corso Giulio Cesare 38, destinato ad attività di comunità.

 

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Categorie: Primo piano, Scoprire Torino

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