Home » Economia » Usare bene il tempo con la tecnica del pomodoro

19 Settembre 2023

Usare bene il tempo con la tecnica del pomodoro

Un metodo per studiare o lavorare in modo efficace alternando sessioni di circa mezz’ora a piccole pause di 5 minuti: provare per credere

Silvia Bruno

Timer da cucina a forma di pomodoro - Tecnica del pomodoro

La tecnica del pomodoro aiuta a gestire il tempo

Prendete un pomodoro. Ma non uno rotondo e succoso, ottimo per l’insalata, bensì uno di plastica con numeri multipli di 5 scritti sopra, insomma un timer da cucina. Avrete l’oggetto che ha fatto da spunto per l’ideazione di una dei più famosi metodi di gestione del tempo: la tecnica del pomodoro, appunto.
Tutto si deve a Francesco Cirillo, consulente e sviluppatore software di chiare origini italiane, che dopo il primo anno di università si accorge di non essere più produttivo negli studi e con la spiacevole sensazione di stare perdendo tempo. Un giorno decide di scommettere con se stesso e di riuscire a concentrarsi sui libri, senza distrarsi, per almeno 10 minuti. Pian piano affina così un metodo semplice ma efficace che può essere molto utile nello studio e nel lavoro.

Dopo aver scelto un’attività da completare, la tecnica consiste nell’impostare un timer di 25 minuti concentrandosi su di essa con continuità, per poi fare una pausa di 5 minuti. Ogni 4 sessioni (che possiamo chiamare “pomodori“), l’intervallo può diventare più lungo, dai 15 minuti alla mezz’ora.
Facile no? Può sembrarlo, ma distratti come siamo da notifiche, telefonate, amici-parenti-colleghi che ci passano vicino per chiedere qualcosa o anche solo salutare, focalizzarsi su un compito per quasi 30 minuti sembrerà eterno, ma è tutta questione di abitudine. E comunque, parlando nel modo giusto, nessuno si offenderà se non gli daremo retta subito e soprattutto, mettiamoci in testa che ciò che il telefono vuole dirci ora, lo ritroveremo benissimo più tardi. Riassumendo: il mondo continua a girare anche se non lo controlliamo continuamente.

Una volta che riusciamo ad arrivare alla fine del nostro pomodoro, diventa poi fondamentale gestire nel modo migliore le pause. Cosa fare in quei 5 minuti e poi negli intervalli più lunghi? Verrebbe spontaneo rispondere: controlliamo lo smartphone, rispondiamo alle mail, oppure per sentirci ligi al dovere iniziamo un altro lavoro, o continuiamo a pensare a quello che stiamo facendo. Assolutamente no, niente di tutto questo.
Bisogna invece dedicarsi a qualcosa di completamente diverso: alziamoci dalla scrivania per fare un po’ di movimento, per prendere un caffè o anche solo bere un bicchiere d’acqua; se siamo a casa possiamo anche magari bagnare le piante o mettere su la lavatrice. In una parola, (qui sì) distrarsi, ma solo per poco.

Per contro, quando impareremo a rispettare i tempi, i 25 minuti sembreranno passare in fretta e quindi la tentazione sarà quella di sforare un po’ nella sessione di lavoro, soprattutto se stiamo finendo una parte delle nostre incombenze; al limite – pensiamo in buona fede – allungheremo di qualche minuto anche la pausa… Sbagliato. Le durate devono essere rispettate, altrimenti gli intervalli poi si dilatano e addio pomodori.

Un ultimo consiglio per utilizzare al meglio questa tecnica è cercare di fare a priori una lista delle attività da svolgere, cercando di quantificare per ognuna i pomodori necessari. Facciamo qualche esempio. Dobbiamo studiare 10 pagine del manuale di sociologia? Stimiamo che servano 8 pomodori. Preparare la presentazione per la riunione di domani invece è più facile, ne bastano 4. Se poi è venuto il momento di scrivere il primo capitolo della tesi… qui saranno almeno 15.
Fare queste previsioni può aiutarci a capire quanto lavoro possiamo effettivamente sbrigare in un giorno, dividendo le attività in modo più specifico.

Anche nel caso non amiate mangiare i pomodori, se vi troverete bene con questo metodo diventeranno la vostra verdura preferita.

 

Tag: , , , ,

Categorie: Economia, Primo piano

Lascia un commento