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30 Ottobre 2023

L’altro Halloween: il Dia de los Muertos

Alla scoperta della ricorrenza celebrata soprattutto in Messico, dove si ricordano i defunti con una festa che affonda le radici nelle religioni pre-colombiane

Silvia Bruno

Teschio colorato - Dia de los Muertos

Il teschio è il simbolo del Dia de los Muertos

Negli ultimi anni la festa di Halloween è diventata molto popolare anche in Italia, ma in America – intesa come continente – milioni di persone in questi giorni si preparano a una ricorrenza meno macabra ma dal significato più profondo, che paradossalmente guardando alla morte celebra la vita. Parliamo del Dia de los Muertos, inserito nella lista Unesco dei patrimoni culturali i materiali dell’umanità e festeggiato soprattutto in Messico ma anche in altri paesi del centro America e in molte comunità ispaniche degli stessi Stati Uniti.

Se avete visto il film Coco sapete più o meno di cosa si tratta. È una giornata dedicata ai defunti che fonde la ricorrenza cattolica (non per niente si celebra il 2 novembre) con antichissime tradizioni pre-colombiane, secondo cui la morte è soltanto l’altra faccia della vita e deve essere accolta senza timore.
Tutto ciò diventa occasione per fare festa e riunirsi in famiglia ricordando i propri cari, fra colori e allegria. Si crede infatti che in questo giorno i morti tornino a trovare i vivi, per cui ci si prepara in casa con l’allestimento di altari che simboleggiano il passaggio fra i due mondi. Si aggiungono candele a simboleggiare il fuoco, semi che rappresentano la terra, oltre a fiori e offerte di cibo e acqua per dare il benvenuto agli spiriti che arriveranno. Tipico di questa festa è il pan de muertos, un pane dolce aromatizzato con anice e decorato con ossa e teschi disposti a cerchio.

Il teschio è infatti il simbolo della ricorrenza, ma perde il suo significato macabro per diventare elemento decorativo, coloratissimo e declinato in mille modi diversi. In questi giorni è anche normale vedere per strada persone vestite con costumi variopinti con corpi da scheletro e il viso truccato da calavera, cioè teschio. Come nel nostro Carnevale, esistono molte maschere, ma la più famosa è Calavera Catrina, uno scheletro di donna con un vestito elegante degli anni Trenta che rappresenta la Signora della Morte, inventata ha inizio ‘900 dal vignettista José Guadalupe Posada per prendere in giro i messicani che avevano iniziato ad adottare tradizioni aristocratiche europee.

Forse oggi anche il Dia de los Muertos è diventato molto un’attrazione turistica, ma rimane la religiosità del messaggio, che affonda le proprie radici nei miti della Mesoamerica pre-colombiana. Le antiche popolazioni di queste terre pensavano che il destino delle anime non fosse determinato dal comportamento in vita, quanto dalla modalità del trapasso. Per questo non c’era l’idea cristiana di un solo paradiso, ma in realtà tanti paradisi a seconda di come si moriva: ad esempio c’era quello di chi veniva ucciso in battaglia, quello di chi lasciava questo mondo a causa di circostanze legate all’acqua (!), o quello dedicato espressamente ai bambini, dove si trovava un albero da cui gocciolava latte.

Halloween, Dia de los Muertos, commemorazione dei defunti: modi diversi di celebrare la morte, il più grande mistero della vita.

 

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