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30 Maggio 2024

Il Pride, una storia di lotta e liberazione

Vi raccontiamo i movimenti per i diritti Lgbtqia+ che hanno trasformato giugno nel mese dedicato a marce e manifestazioni

Sara Masella

Bandierine arcobaleno, cartelli e fiori davanti all'insegna luminosa di un bar - mese del Pride

Il bar Stonewall Inn oggi

Si avvicinano le settimane dell’orgoglio Lgbtqia+, celebrato in tutto il mondo con appuntamenti volti a combattere la discriminazione e a rivendicare i diritti e l’identità della comunità. Ma perché proprio giugno? Qual è la storia del Pride month?

La lotta per la rivendicazione della libertà queer inizia la notte del 28 giugno 1969, quando a Stonewall Inn, un gay bar di Manhattan ancora esistente, si verifica un’incursione della polizia. Simili retate sono ricorrenti in questi locali, unici luoghi di aggregazione per tutti coloro che si trovano emarginati a causa del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, entrambi criminalizzati e considerati disturbi mentali (l’omosessualità è stata tolta dalla lista nel 1990; le persone transgender dovranno aspettare fino al 2018).
Gli agenti entrano, spesso in borghese, ed effettuano umilianti perquisizioni sui soggetti da loro considerati “scomodi”, con pretesti quali il disturbo della quiete pubblica o l’abbigliamento non consono al sesso di appartenenza. Questi interventi si traducono, ogni sera, nell’arresto di decine di persone.

Quella notte, però, è diversa: la clientela del bar decide di reagire e ribellarsi agli abusi ormai abituali, dando vita ai cosiddetti moti di Stonewall. È con questa rivolta, seguita da altre notti di protesta, che iniziano a nascere movimenti di liberazione in tutto il mondo.
Uno di questi – fondato proprio dopo Stonewall – è il Gay Liberation Front, che nel 1970 organizza una marcia tra le strade di New York per ricordare il Christopher Street Liberation Day (dal nome della via del Stonewall Inn) a un anno dall’accaduto: si tratta del primo Pride della storia.

Qualche anno dopo anche la comunità Lgbt+ italiana inizia ad alzare la voce: nel 1972, a Sanremo, diversi attivisti entrano al Congresso internazionale sulle devianze sessuali, prendendo la parola per ostacolarne lo svolgimento. Nello stesso momento una folla si riunisce all’esterno con cartelli, slogan e volantini: è la prima volta che la tematica, da sempre nascosta e guardata con disprezzo, emerge nel dibattito pubblico del nostro paese.
La piccola ma rivoluzionaria protesta si sposta poi tra le strade della città, in una manifestazione che potremmo considerare il precursore del primo Pride nazionale; quest’ultimo avviene a Roma nel 1994 e negli anni successivi si diffonde – arrivando a Torino per la prima volta nel 2006 – fino a raggiungere tutta l’Italia con il movimento Onda Pride, nato nel 2013 per creare una rete unitaria che coinvolga e coordini tutti i cortei italiani.

È a partire dalla volontà di commemorare e celebrare queste storie di lotta e resilienza che il 28 giugno diventa la giornata dell’orgoglio Lgbtqia+ e il mese di giugno il Pride Month: un periodo durante il quale le strade di tutto il mondo si riempiono di bandiere arcobaleno, musica e gioia in ricordo di chi si è coraggiosamente battuto per il futuro della comunità.
Come ogni anno saranno tante le città italiane coinvolte: tra queste Cuneo, che inaugura il mese sfilando il 1° giugno, poi Roma il 15, Milano e Napoli il 29. Anche Torino marcerà il 15 giugno, in un Pride – per citare lo slogan 2024 – D’Amore e di Lotta.

 

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Categorie: Cultura, Primo piano

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