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12 Marzo 2015

Mars One: biglietto di sola andata per aspiranti marziani

Intervista all’unico italiano del 100 candidati del progetto indipendente Mars One, che intende fondare una colonia permanente su Marte entro il 2025

Andrea Di Salvo

Pietro Aliprandi è l’unico italiano fra i 100 candidati selezionati dal progetto Mars One per la prima colonia su Marte

In un articolo su Samantha Cristoforetti parlavamo di quella voglia, che frequentemente si può avere da bambini, di diventare astronauti. Ma chi ha mai sentito dire: da grande voglio diventare un marziano? Esiste un progetto, Mars One, intenzionato proprio a rendere 24 terrestri i futuri, primi, coloni di Marte. In forma permanente. Sì, avete letto bene.
Mars One è un’organizzazione non profit olandese diretta da Bas Lansdorp, un imprenditore tedesco. Attraverso un articolato programma a tappe – che prevede l’invio di orbiter, lander, rover e moduli abitativi – vorrebbe fondare una prima colonia umana stabile sulla superficie del pianeta rosso entro il 2025. Per selezionare i partecipanti alla missione, Mars One ha accolto le candidature di chiunque fosse interessato. Da 200.000 domande iniziali, attraverso un processo di selezione, si è passati a 100 possibili candidati che si ridurranno ulteriormente in fasi successive. Fra questi c’è l’italiano Pietro Aliprandi.

IL PROGETTO
Da programma, quello che sarà il gruppo finale riceverà un addestramento pluriennale in diversi ambiti per risolvere qualunque problema della colonia. Questa fase sarà oggetto di una specie di reality show, grazie al quale gli spettatori potranno seguirne l’avanzamento e la missione ricavare i fondi necessari per il suo proseguimento.
Infine, un viaggio di sette mesi porterà il primo gruppo di quattro coloni su Marte, dove i rover avranno montato un avamposto con moduli abitativi di 50 metri quadrati e le strutture di sostentamento. A questo punto sarà anche possibile eseguire dei rilevamenti scientifici direttamente in loco. La colonia quindi si ingrandirà fino al 2035 con l’arrivo degli ultimi astronauti.
Non è previsto il rientro a Terra di nessuno dei membri della spedizione…

LE CRITICITA’
Senza dubbio è un’impresa ambiziosa e in quanto tale piena di problematiche tecniche.
Un team del MIT le ha analizzate evidenziando diverse difficoltà come quella di mantenere un’atmosfera artificiale respirabile, stimando la reale metratura necessaria per sostenere una coltura in serra o indicando la scarsa maturità tecnologica indispensabile per fondere il ghiaccio marziano per ottenere acqua potabile. Il loro calcolo della durata effettiva della missione, con le tecnologie attuali, non è affatto promettente: si stimano circa due mesi di sopravvivenza della colonia…
Oliver de Weck, un professore di aeronautica e sistemi ingegneristici e astronautici, ha detto che la prospettiva di costruire una colonia umana su Marte è eccitante, ma ha aggiunto anche che per renderla realtà, comunque, occorreranno innovazioni in diverse tecnologie oltre a una rigorosa prospettiva.

L’ASPIRANTE MARZIANO
Per avere quella di uno dei 100 candidati rimasti, invece, ci siamo rivolti a Pietro Aliprandi, 25 anni, di Conegliano Veneto, laureando in Medicina e unico italiano di questa rosa. Lo abbiamo intervistato per voi (prima che parta, non si sa mai).
Perché ti sei candidato per il progetto Mars One e perché, secondo te, ha riscosso così tanto successo? Si parla di 200.000 domande in tutto il mondo…
«Ho sempre desiderato fare l’astronauta, ma anche l’esploratore. Mars One mi dà la possibilità di fare entrambe le cose. In questa missione si parla di soddisfare uno dei più forti istinti dell’uomo, la curiosità, e credo che per questo la missione abbia riscosso un simile successo. Ho ricevuto innumerevoli messaggi di persone che mi invidiano, in senso buono, che fanno il tifo per me».

L’idea di un biglietto di sola andata per Marte fa abbastanza paura. Tu come ti poni di fronte al timore dell’ignoto? Cosa cerchi in questa missione che qui non trovi?
«Per millenni uomini e donne hanno intrapreso viaggi verso luoghi lontani senza la certezza di un ritorno. Tuttavia Marte ha molto da offrire: distese sconfinate da esplorare e una nuova civiltà da fondare partendo da zero. Per come sono fatto io, non posso chiedere di meglio. Non per questo non mi mancherà la Terra, certo».

Degli esperti del MIT hanno evidenziato le problematiche tecniche concludendo che la missione, una volta giunti su Marte, non durerebbe più di un paio di mesi. Entusiasmo a parte, sei consapevole dei rischi concreti di un’impresa del genere se dovessi essere selezionato?
«Premetto che lo studio del MIT, che ha fatto il giro di tutte le testate giornalistiche, è in realtà un semplice esercizio svolto da alcuni studenti, non ricercatori, e che si basa sulle sole informazioni presenti sul sito di Mars One, per nulla dettagliate né esaustive per un’analisi di questo tipo. Ad ogni modo, Mars One collabora con molti professionisti del settore che hanno rivestito o rivestono tuttora ruoli di prestigio alla NASA e all’ESA; questo mi dà una certa tranquillità. Poi, naturalmente, ci sarà sempre un margine di rischio, che non si potrà mai azzerare in nessuna missione spaziale».

Non pensi che il reality show che accompagnerà l’addestramento possa distogliere lo sguardo dall’importanza e dall’ambizione del progetto stesso?
«Al contrario. La missione su Marte è dedicata all’intera umanità, ed è giusto che venga condivisa con tutti. Inoltre, il cosiddetto “reality show” è pensato più come un documentario in diretta, piuttosto che come un Grande Fratello».

A casa cosa dicono? Hai amici che ti supportano? La fidanzata che dice?
«Amici e parenti sono fieri di me, della mia scelta e dei risultati ottenuti finora. Certo, forse nessuno, nemmeno io, si rende davvero conto di cosa questo significhi, ma tutti comprendono l’importanza che questo progetto ha per me, e in questo mi supportano senza esitazione. La mia ragazza invece è un bastian contrario: l’intero argomento astronomia è tabù».

Se questa missione dovesse davvero concretizzarsi e tu fossi tra i 24 candidati finali… partiresti veramente lasciandoti dietro la tua casa e i tuoi affetti?
«Lo saprò davvero solo quando sarò seduto sul razzo in attesa del lancio. Per ora la mia risposta è sì, lo farò. Come ho detto non sarò felice di abbandonare la Terra, con tutti i suoi pregi e difetti, ma esplorare l’universo in prima persona è sempre stato il mio sogno più grande e intendo realizzarlo».

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Categorie: Tecnologie

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