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31 Gennaio 2018

Tre romanzi ambientati a Torino che dovreste leggere

La casa in collina di Cesare Pavese, Lessico famigliare di Natalia Ginzburg e I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante: compiti, più che consigli

Giovanni Mauriello

Sono molti i libri ambientati a Torino

Secondo quanto riportato dall’Istat, nel corso del 2016 il 60% degli italiani ha dichiarato di non aver aperto un libro. In senso letterario, neanche uno: nemmeno un libro di ricette della Parodi, un saggio di Bruno Vespa o la biografia di qualche calciatore dell’Inter. Zero.
Per evitare che il prossimo anno si presenti lo stesso problema, vi suggeriamo alcuni libri che dovreste leggere. Per rendere questi consigli ancora più interessanti, tutt’e tre le opere sono ambientate nella nostra città: Torino.

LA CASA IN COLLINA
Non si può non iniziare con una delle penne più autorevoli e talentuose che la letteratura italiana contemporanea possa vantare: Cesare Pavese. Nato nel cuneese, la sua produzione letteraria – e la vita – sono strettamente connesse a Torino, ambientazione di molti suoi scritti.
La casa in collina è la storia di una solitudine individuale di fronte all’impegno civile, una contraddizione da risolvere tra vita in campagna e vita in città, nel caos della II Guerra Mondiale. È un romanzo calibrato, strutturato in ogni suo aspetto, col fine di far calare il lettore nei panni del personaggio principale, specie nei suoi momenti più complessi e introspettivi. Leggere Pavese è un obbligo e un piacere al tempo stesso, soprattutto per chi quotidianamente è immerso nei luoghi descritti nei suoi romanzi.

LESSICO FAMIGLIARE
Natalia Ginzburg è quel nome che potete – e dovete – chiamare in causa ogni volta che qualche pazzo dichiara che le donne scrivono peggio degli uomini; e purtroppo i pazzi in circolazione sono molti.
Lessico famigliare è un romanzo che non è destinato a scadere: c’è dentro la storia di una famiglia, quella dell’autrice, che ripercorre assieme alle proprie dinamiche interne quelle dell’Italia intera. La struttura tende alla circolarità che costringe il lettore ad affezionarsi a un gergo e a dei personaggi che gravitano attorno a una Torino completamente diversa rispetto a quella di oggi; per un torinese (o per un qualsiasi amante della città) essere catapultato nella San Salvario degli anni ‘30 è davvero una bella emozione. Consigliatissimo.

I GIORNI DELL’ABBANDONO
Probabilmente non è il romanzo migliore di Elena Ferrante, ma è sufficiente il fatto che l’abbia scritto lei affinché voi lo leggiate e lo amiate.
Forse in pochi, pensando a questa autrice, nominerebbero Torino; gran parte della sua produzione, di fatti, è ambientata a Napoli, ma è innegabile che anche Torino venga spesso scelta come cornice delle storie di Elena Ferrante. I giorni dell’abbandono – da cui, nel 2005, Roberto Faenza ha tratto l’omonimo film – racconta la storia di Olga, una donna alle prese con un’improvvisa solitudine da scontare proprio tra i corridoi della sua casa torinese. Leggetelo, ma attenzione: la scrittura di Ferrante può causare dipendenza.

 

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Categorie: Cultura, Scoprire Torino

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