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30 Aprile 2019

Dagli immaginari utopici a Myss Keta: non solo cinema nel venerdì del LFF

Dibattiti, musica e proiezioni nella terza giornata della rassegna, divisa tra Circolo dei Lettori e le sale del Massimo

Francesca Vaglio Laurin

L'incontro con Myss Keta al cinema Massimo

L’incontro con Myss Keta al cinema Massimo

Venerdì 26 aprile i battenti del Lovers Film Festival aprono presto: già dalle 10 sono in programma panel di discussione, lungometraggi e performance multimediali. L’orario scoraggia un po’ la partecipazione dei meno mattinieri, anche perché la sera prima la seconda giornata del festival si è chiusa con uno degli appuntamenti più gettonati della kermesse, l’incontro con la regista svedese di pellicole erotiche Erika Lust, presente in sala per la proiezione di un montaggio dei suoi corti e per il successivo confronto con il pubblico.

La nostra prima tappa è il Circolo dei Lettori, dove è in programma il dibattito a più voci Da un altro pianeta, che prende le mosse dalla riedizione del testo del filosofo e scrittore Paul B. Preciado Manifesto contra-sessuale, per ragionare sulla produzione di immaginari utopici nell’arte. Ospiti dell’evento, moderato dalla critica cinematografica Elisa Cuter, sono la direttrice del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, Viola Lo Moro della Libreria delle donne Tuba, la scrittrice Veronica Raimo, Lucia Tralli dell’American University of Rome e Tiziana Triana, editor italiana di Preciado per Fandango.
È possibile immaginare un mondo in cui la violenza e le discriminazioni di genere non esistano più? La discussione si muove intorno all’idea che l’arte possa essere uno strumento prezioso nel produrre immaginari alternativi, aiutandoci a pensare una società diversa. La mattinata spazia dalla letteratura al cinema e apre a diverse considerazioni: dal fatto che la fantascienza sia stata a lungo (e a torto) considerata appannaggio di un pubblico esclusivamente maschile, a quello che molta letteratura femminista abbia spesso privilegiato ambientazioni distopiche e oppressive nei confronti delle donne piuttosto che utopie di stampo liberatorio (qui il pensiero in sala corre al romanzo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, tornato in auge grazie al popolarissimo adattamento per il piccolo schermo trasmesso dalla piattaforma streaming Hulu). Ma c’è spazio anche per esempi orientati a una messa in discussione di ruoli e stereotipi di genere, da un classico come Extraterrestre alla pari di Bianca Pitzorno al recente Border – Creature di confine del regista iraniano Ali Abbasi.

Nel pomeriggio ci spostiamo nella sala Cabiria del cinema Massimo per la proiezione di At the end of the day, lungometraggio d’esordio dello statunitense Kevin O’Brien che concorre per la sezione speciale Focus Pride, nata dalla collaborazione tra il festival e le associazioni Lgbtqi del territorio torinese.
Il film si articola attorno all’incontro/scontro tra due mondi distanti, quello di un docente conservatore impiegato in un college cristiano e l’attivismo di un gruppo locale impegnato nella costruzione di un ricovero per adolescenti Lgbtqi. Sullo sfondo di una trama dai toni leggeri e spesso ironici si staglia in realtà un problema di grande attualità, quello dei giovani che vengono allontanati e rifiutati dalle proprie famiglie a causa dell’orientamento sessuale e si ritrovano costretti a vivere in mezzo a una strada.

La giornata si conclude con un altro evento di punta del festival: alle 22.30 al cinema Massimo è attesa Myss Keta, cantante mascherata e icona queer che colleziona milioni di visualizzazioni su Youtube e riempie i club italiani.
La fila su via Verdi inizia a ingrossarsi con largo anticipo per assistere all’incontro con l’artista, invitata a parlare a partire dal suo libro Una donna che conta. Arrivata sul palco con occhiali da sole e maschera d’ordinanza, Myss Keta strappa ripetutamente l’applauso del pubblico con battute e risposte in linea con lo stile provocatorio e ironico dei suoi testi, per poi spostarsi nel ruolo di intervistatrice nel dialogo con i membri della Kiki House of Savoia. Al termine dell’incontro l’artista si lancia in un breve concerto, regalando ai presenti il live di Le ragazze di Porta Venezia e la recente Pazzeska, durante la quale sul palco si aggiunge la coreografia dei ballerini della House.

Quando Myss Keta esce di scena una parte del pubblico abbandona la sala alla chetichella, ma molti scelgono di rimanere per la proiezione della pellicola che conclude la serata: Skate Kitchen, docu-film della regista newyorchese Crystal Moselle che racconta da vicino l’esperienza di un collettivo di giovanissime ragazze skater della Grande Mela (le Skate Kitchen appunto), che a bordo delle proprie tavole sono impegnate quotidianamente a conquistare spazio, rispetto e libertà in uno sport dominato da figure maschili e da pregiudizi verso la presenza femminile.
Con le riprese di acrobazie e rincorse in skate per le strade di New York cala il sipario sulla terza giornata del festival.

 

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Categorie: Cultura

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