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30 Aprile 2019

L’ultima notte del Lovers

Tutti i premi e la serata di chiusura del festival nato per raccontare storia e diritti di una comunità

Luca Ferrua

Un momento delle premiazioni del Lovers Film Festival

Un momento delle premiazioni del LFF

Domenica 28 aprile si è tenuta la cerimonia di premiazione che ha segnato la fine della 34a edizione del Lovers Film Festival. Tra serate letterarie, proiezioni e incontri di sensibilizzazione ecco un breve riepilogo del più antico festival d’Europa dedicato alle tematiche Lgbtqi.

OVER THE RAINBOW
Cinque giorni per oltre 100 titoli, compresi film per bambini e prime mondiali: anche quest’anno il Lovers è riuscito a offrire a Torino un palinsesto fresco e coinvolgente.
A prepararci alla kermesse una serie di eventi speciali tra cui l’esposizione fotografica con Asia Argento al Museo del Cinema e Sissy That Talk!, il progetto del collettivo uonnabi che intervistava personalità della cultura mentre venivano truccate da drag queen. L’inaugurazione poi, raccontataci da Alice Dominese, ha fatto il tutto esaurito sotto le note di Judy Garland e il suo celebre Over the Rainbow, frase simbolo di questa edizione del festival nonché tema de Il mago di Oz, film con il quale la Garland è diventata un’icona del mondo gay.

LA NOTTE DEI PREMI
Domenica la sala principale del Cinema Massimo ha aperto un’ultima volta le sue porte al duo composto da Giovanni Minerba, storico fondatore del festival dalla battuta sferzante, e la direttrice Irene Dionisio che quest’anno conclude il suo mandato, mattatori della serata o – come ci dice Irene – i conduttori dello spettacolo.
Dopo un breve ma dovuto ringraziamento ai vari sponsor, traduttori e media partner – compreso un simpatico auto-elogio da parte di Minerba a sé stesso come consulente scientifico – la serata prende il via con il premio La Stampa assegnato a L’unione falla forse, un documentario di Fabio Leli sulla normalità delle famiglie omogenitoriali, subito seguito dal premio Giuria Young Lovers dedicato a Matthew Shepard con il musical drama sudafricano Kanarie, e dal premio Giò Stajano conferito da Willy Vaira al sensuale Un rubio del regista argentino Marco Berger.
Non si fa attendere il primo intervallo, durante il quale i presentatori accolgono Monica Guerritore e Arturo Brachetti per la lettura di un delicato e commovente monologo a più voci scritto da Elsi Perino che «tratta tematica frocia», come scherza pungentemente Minerba.
Una giuria d’eccezione capitanata dalla direttrice del Museo di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev assegna poi il premio Irregular Lovers per la categoria iconoclasta (ovvero quelle opere la cui ricerca si spinge aldilà dei dogmi sociali) al francese Capital Retour di Léo Bizeul, un titolo mutante alla ricerca di un’identità come l’artista transessuale che ne è protagonista. Non manca però una menzione d’onore a Libera Vita, film che racconta i sex worker torinesi diretto da un loquace Tonino De Bernardi, che nel ringraziare la giuria ci racconta le sue disavventure con la Film Commission in uno sfogo divertentissimo quanto genuino.

I MIGLIORI FILM
Da qui passiamo a Chechnya di Jordan Goldnadel, che vince il premio Future Lovers per il miglior cortometraggio «per la forza con cui apre uno squarcio nella nostra quotidianità», come motiva la giuria. Quindi Elsi Perino assegna il premio Real Lovers come miglior documentario ad Adele Tulli per il suo Normal, un viaggio su dogmi e identità di genere nell’Italia contemporanea con il quale la regista porta a casa la terza vittoria in tre edizioni del festival.
Poco prima del premio più atteso l’attrice turca Serra Yilmaz, ospite della serata, ci racconta della sua interpretazione di un Sancho Panza aldilà dell’identità di genere e del suo lavoro con il regista Ferzan Özpetek, commuovendosi al ricordo di Ennio Fantastichini durante la proiezione di alcuni frammenti di Saturno contro.
Infine giungiamo all’ultima nomination dove Neri Marcorè, giurato di questa edizione del festival, facendosi portavoce dell’intera giuria dichiara Carmen y Lola – film di Arantxa Echevarria sull’amore proibito tra due ragazze gitane della periferia di Madrid – vincitore del premio All the Lovers come miglior lungometraggio.

 

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Categorie: Cultura

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