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23 Febbraio 2021

Preparare e sostenere un colloquio di lavoro

Che sia in presenza o a distanza, alcuni consigli e accorgimenti dalla pagina web dedicata a cura di InformaGiovani

Silvia Bruno

Stretta di mano - colloquio di lavoro

Al colloquio di lavoro bisogna arrivare preparati

Cercare un’occupazione in tempi di pandemia è ancora più difficile che in condizioni normali, anche perché i contatti avvengono per lo più a distanza (e attenzione, perché la prima impressione che diamo dipende anche da cosa diciamo al telefono o scriviamo via mail) e spesso il colloquio ormai si svolge in videoconferenza, modalità che può creare qualche timore.
Come per tanti argomenti inerenti al lavoro, l’InformaGiovani di Torino ci viene incontro con una pagina web dedicata al momento – al di là che sia in collegamento o in presenza – in cui siamo davanti a una o più persone che devono decidere se corrispondiamo o meno al profilo professionale richiesto.

Iniziamo dal fatto che un colloquio va sempre preparato, partendo dalla raccolta di quante più informazioni possibili sull’azienda che andremo a incontrare: cercando sul web o su social come LinkedIn è bene farsi un’idea dell’impresa, dei suoi prodotti e del pubblico a cui si rivolge.
È importante anche rileggere il curriculum e l’eventuale lettera di accompagnamento che abbiamo presentato, in modo da focalizzare alcuni punti che ci sembrano importanti da esporre.

Se il colloquio è a distanza, scegliamo un luogo ben illuminato e privo di rumori, evitando che altre persone possano entrare mentre siamo in collegamento; fondamentale è avere una connessione perfettamente funzionante sia per quanto riguarda il video che l’audio. Nel caso fossimo chiamati invece negli uffici dell’azienda, controlliamo bene l’indirizzo per non arrivare in ritardo.

Indipendentemente da dove ci troviamo, valgono alcuni consigli: vestiamoci con uno stile sobrio ma che ci faccia sentire a nostro agio, cerchiamo di parlare lentamente e in modo chiaro, illustriamo le nostre esperienze e aspirazioni senza sopravvalutarci o sminuirci. Attenzione poi al linguaggio del corpo: è importante essere rilassati e guardare l’interlocutore negli occhi, evitando ad esempio di incrociare braccia e gambe, atteggiamenti interpretati come una chiusura verso l’altro.
È utile inoltre sapere che, per legge, chi è davanti a noi non può farci domande personali su orientamento sessuale o credo religioso, situazione famigliare (matrimoni, convivenze, gravidanze), iscrizioni a partiti e sindacati.

In alcuni casi, oltre al colloquio individuale si utilizza la tecnica dell’incontro di gruppo, cioè con più candidati insieme. Lo scopo è osservare le dinamiche che si creano fra le persone, a cui si chiede di parlare liberamente di un argomento o di rispondere a delle domande, simulando magari problemi aziendali.
Tutto ciò viene in parte smorzato con la modalità online, forse più adatta per il colloquio individuale, che comunque mantiene la “barriera” dello schermo e quindi sarà sempre un po’ diverso da una conversazione dal vivo.

Ricordiamoci infine che i colloqui sono solo una delle fasi di selezione del personale, processo che un’azienda può gestire direttamente o affidare a un’agenzia specializzata esterna.
Il percorso di recruiting può anche prevedere che ci venga chiesto di fare un test psico-attitudinale o superare prove “tecniche”. Nel primo caso l’obiettivo è valutare determinate abilità come la capacità logica e verbale, la velocità di ragionamento, motivazioni e comportamenti, mentre nel secondo si intende verificare il possesso di alcuni saperi, dalla scrittura all’informatica, dalle lingue straniere all’utilizzo di macchinari.

Ad ogni modo, il consiglio migliore che si può dare per un colloquio di lavoro è quello di essere sempre se stessi, con le proprie competenze e aspirazioni, i propri pregi e difetti.

 

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