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30 Luglio 2021
Una vacanza diversa negli alberghi diffusi
Borghi e paesi si trasformano in strutture ricettive per un’esperienza turistica lenta e sostenibile che porta benefici anche al territorio
Fabiana Re
Un po’ casa e un po’ hotel. È questo il motto degli alberghi diffusi, l’innovativo modello di ricettività nato per valorizzare piccoli centri storici e borghi in contesti rurali e montani.
Parliamo di interi paesi che si riorganizzano per accogliere i turisti: stanze e appartamenti in affitto sono dislocati in immobili diversi, ma distanti non più di 200 metri dallo stabile in cui si trovano la reception e gli ambienti comuni.
IL SEGRETO DI UN SUCCESSO
L’idea del “paese albergo” è tutta italiana e nasce in Carnia per ripopolare i territori disabitati a seguito del terremoto del 1979. Il progetto si fa realtà nel 1999 con l’apertura del primo albergo diffuso, a Comeglians: vent’anni dopo, oggi in Italia se ne contano oltre 150, riuniti nell’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi.
Se queste strutture vivono un’autentica “età dell’oro” è perché soddisfano la crescente domanda di esperienze turistiche lente e sostenibili. Chi pernotta non è un semplice vacanziere: diventa piuttosto un residente temporaneo che entra in contatto con lo stile di vita e la cultura del paese che lo ospita. Può scoprire i paesaggi naturali circostanti a piedi o in bicicletta, magari accompagnato da una guida, per poi concludere la giornata degustando i prodotti locali. Anziché spuntare una lunga lista di siti turistici “da non perdere”, il viaggiatore si arricchisce di esperienze uniche e contatti umani.
In questa strana estate 2021 ancora segnata dalla pandemia gli alberghi diffusi presentano un altro evidente lato positivo, perché il distanziamento è assicurato.
I VANTAGGI PER LA COMUNITÀ LOCALE
A beneficiare della presenza di un albergo diffuso è anche il territorio stesso. Le parole magiche in questo caso sono valorizzazione, sostenibilità ambientale e sviluppo economico. Per creare una struttura ricettiva diffusa non occorre costruire niente: ci si limita a mettere in rete ciò che esiste già, recuperando vecchi edifici chiusi e inutilizzati.
Da borghi fantasma, questi paesi possono rinascere accogliendo visitatori in qualsiasi momento dell’anno, dato che la loro offerta turistica si basa soprattutto sull’unicità dell’esperienza. La destagionalizzazione è un elemento chiave per la sostenibilità del progetto e permette lo sviluppo di nuovi posti di lavoro, stimolando l’economia locale.
QUALCHE ALBERGO DIFFUSO IN PIEMONTE
Sul territorio piemontese troviamo alcuni alberghi diffusi. Spicca la Valle Maira, nel cuneese, con ben due strutture ricettive iscritte all’associazione. La pensione Ceaglio offre camere e appartamenti ubicati nel cuore e nei dintorni del borgo di Marmora, tutti ristrutturati rispettando l’architettura locale e usando pietre e legno. Poco più in alto, a Canosio, la Locanda degli Elfi propone soluzioni ricettive dal 2009. I suoi ospiti possono anche farsi coccolare nel piccolo centro benessere negli ambienti comuni, tra massaggi thai e vasche idromassaggio.
Spostandosi invece verso il nord del Piemonte, a pochi chilometri da Domodossola l’albergo diffuso Casa Tomà si trova in un borgo antico completamente pedonale; da qui è possibile visitare le Valli dell’Ossola, ancora poco toccate dal turismo di massa.