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2 Novembre 2021

Caroline Cossey, icona dei diritti civili Lgbt

La storia della modella transgender che da femme fatale di James Bond è diventata attivista, contribuendo a cambiare le leggi inglesi

Giovanni B. Corvino

Volto di donna - Caroline Cossey

Caroline Cossey sulla copertina dell’autobiografia I am a Woman

Il celebre film di 007 Solo per i tuoi occhi che la rese famosa nel 1981 e l’eco mediatico che ne seguì hanno dato via a una serie d’importanti battaglie legali volte a una maggior tutela giuridica per le persone della comunità Lgbtqia+. Parliamo di Caroline Cossey, vera icona dei diritti civili.

DA MODELLA A BOND GIRL
Nata Barry Kenneth Cossey nel 1954 in Gran Bretagna, comprende fin da subito che il corpo in cui è nata non la rappresenta a pieno. Probabilmente ciò è in parte dovuto alla rara variante della Sindrome di Klinefelter, ancora poco studiata negli anni ’50. Infatti, seppur ufficialmente un maschio, Caroline possiede più cromosomi femminili rispetto ai suoi coetanei. Ciò la porta a sottoporsi a una terapia ormonale a soli 17 anni, al fine di rispecchiare al meglio le caratteristiche di un corpo da donna.
Poco dopo inizia a lavorare in un hotel e presto venne notata per il suo look androgino, all’epoca una novità. Nel 1974 Caroline, ventenne e per nulla famosa, acquisisce la sua nuova identità e con il nome d’arte di Tula inizia a firmare importanti contratti come modella. La fama arriva però grazie al film di James Bond in cui recita il ruolo di una conquista di 007.

“JAMES BOND GIRL WAS A BOY”
Il tabloid News of the World pubblica presto le origini di Caroline, raccontando di quando all’anagrafe venne dichiarata come Barry Kenneth. La notizia cattura in pochissimo tempo l’attenzione dei media, tanto da essere approfondita da molti altri giornali.
La modella e attrice resta così sconvolta dal leggere sulle principali testate qualcosa di così intimo su di lei che pensa di suicidarsi, come lei stessa racconterà nella sua prima autobiografia del 1982 I Am a Woman, in cui non nasconde nulla di sé.
Questa vicenda si trasforma però in un’opportunità per diventare un’icona dei diritti civili Lgbt+ poiché Caroline, attraverso la sua storia, ha combattuto per sfibrare lo stigma legato alle persone transgender.

DA MODELLA AD ATTIVISTA
La sua autobiografia diventa così famosa che fa il giro del mondo e poco dopo si fidanza con il Conte Glauco Lasinio. Egli le propone di utilizzare la sua celebrità per avviare una campagna atta alla promozione di leggi che difendano le persone transgender da qualsiasi forma di discriminazione, come ad esempio il non poter sposare una persona dello stesso sesso di quello dichiarato alla nascita. Infatti, Caroline si sarebbe potuta unire in matrimonio solo con un’altra donna, perché il proprio certificato di nascita riportava ancora che era un uomo e per di più ciò non era modificabile.
Così Caroline crea una petizione per una maggior tutela dei diritti civili, che arriva fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. I risultati arrivano dopo anni di battaglie, ma dal 2005 è in vigore in Gran Bretagna il Gender Recognition Act, che permette alle persone transgender di cambiare legalmente il proprio genere di nascita, tutelandole anche in casi di discriminazione generale.
Quando ciò sarà possibile in Italia? Dopo la bocciatura del Ddl Zan, rispondere a questa domanda è davvero difficile.

 

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Categorie: Intercultura

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