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8 Novembre 2021

Un pomeriggio ad Artissima

La nostra visita alla 28a edizione della fiera di arte contemporanea conclusasi ieri all’Oval, tra installazioni, colori, internazionalità e riflessioni sull’attualità

Adriana Scatolone

Stand e pubblico ad Artissima 2021

Visitare Artissima è un’esperienza artistica a 360°

Venerdì 5 novembre, ore 16. Diverse persone salgono dalle scale mobili della metro di Lingotto e si dirigono verso l’Oval. Sulla strada si imbattono in numerosi taxi che accompagnano i passeggeri fino al grande parcheggio davanti all’ingresso.
Sono i visitatori della seconda fascia oraria di entrata, perché quest’anno ad Artissima si può entrare o al mattino o al pomeriggio, così che all’interno tutti possano muoversi in sicurezza tra le opere d’arte. Green pass alla mano e mascherina sul viso, terminati i doverosi controlli, il pubblico entra.

Subito si respira un’aria di internazionalità, che da tempo mancava: finalmente Torino si presenta nuovamente come città turistica, pronta a ospitare visitatori da tutto il mondo. Non soltanto gli espositori in fiera provengono da Asia, America, Africa e da ben 20 paesi europei, ma lo stesso pubblico parla, si informa e commenta quanto vede in inglese o in altre lingue straniere.

Un altro aspetto che colpisce riguarda le diverse generazioni presenti. Qualche bambino con famiglia, tanti giovani, artisti, curiosi o appassionati, ma anche diversi anziani. E le differenze si notano in particolare quando ci si imbatte nei Qr Code da inquadrare per trovare le informazioni su alcune opere esposte. Ma poco male, perché ad Artissima si può andare con obiettivi diversi: i più esperti si muovono a loro agio tra le diverse gallerie e chi invece è solo curioso si diverte a perdersi fra gli stand.

Quadri, colori, installazioni realizzate in materiali pregiati, ma anche e forse soprattutto con oggetti della vita quotidiana, luci al neon che riproducono scritte e parole. Quello che le opere vogliono rappresentare è sicuramente un messaggio di rottura e contestazione. Più della tecnica valgono l’originalità delle idee, l’uso di materiali di recupero e l’interesse alle tematiche sociali.

Illuminanti anche le conferenze con grandi ospiti che si susseguono a ogni ora al meeting point. Per fare un esempio, Mariuccia Casadio, art consultant di Vogue Italia, dialoga con direttori creativi e uffici stampa di alcune case di moda italiane sul rapporto tra moda e arte. Si discute del ruolo di mecenate che il mondo della moda ha sempre avuto verso gli artisti e su come negli ultimi anni la brandizzazione (ovvero la riproduzione di un’opera d’arte già famosa su un capo di abbigliamento) sia stata superata in favore di collezioni nate dalla collaborazione fra artisti e stilisti.

Grande protagonista anche l’editoria d’arte, con la presenza di stand di case editrici e riviste specializzate. I visitatori possono curiosare tra i numeri pubblicati, chiedere delucidazioni e sottoscrivere eventualmente un abbonamento.

La fiera si rivela dunque un’esperienza artistica a 360 gradi, in cui da ogni angolo arriva un respiro di contemporaneità, inclusività e voglia di esprimersi. Come dimostrano anche gli outfit del pubblico, che tra capelli dai colori neon, tulle e tessuti disparati, capi color oro e argento e accessori eccentrici contribuiscono alla magia dell’arte contemporanea.

 

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Categorie: Cultura

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