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11 Gennaio 2022

Fran e i Pensieri Molesti tornano con un nuovo brano

Tra impegno sociale e ricerca dinamica di sonorità, intervista alla band torinese che oggi fa uscire il suo ultimo singolo ‘Come la vita

Adele Geja

Gruppo su palco - Fran e i Pensieri Molesti

Fran e i Pensieri Molesti (ph. Erfano Morelli)

Se siete di Torino vi sarà sicuramente capitato di fermarvi ad ascoltare un gruppo di giovani musicisti che si esibiva per strada, durante un sabato o una domenica pomeriggio trascorsi a passeggiare per le vie del centro.
Sono i Fran e i Pensieri Molesti, band nata nel 2016 grazie a un’idea di Francesca Mercurio (27 anni, voce), subito supportata dall’amico Lorenzo Giannetti (21 anni, organetto, synth), ai quali si sono aggiunti dopo un po’ Jacopo Di Nardo (23 anni, batteria, percussioni, pad), Roberto Testa (25 anni, basso, contrabbasso, tastiere) e, ultimo arrivato da qualche mese, Enrico Magno (24 anni, chitarra).
Negli ultimi anni il gruppo si è fatto conoscere suonando su importanti palchi della scena torinese, come il Cap10100 e l’Hiroshima Mon Amour e partecipando a svariati festival musicali italiani, durante i quali i Fran hanno anche aperto i concerti di artisti come La rappresentante di lista, Franco 126, Eugenio in Via di Gioia, Dutch Nazari, Alboroise e Bloody Beetrots.
Durante il loro Adoro Tour dell’estate 2019, partendo da Torino hanno raggiunto Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania, fino ad arrivare in Sicilia. Altri grandi eventi a cui la formazione aderisce annualmente sono quelli dei Pride a Torino, Bergamo, Novara e Padova, per contribuire con la loro musica al messaggio di amore e uguaglianza.
Per scoprire la storia della band, il loro lavoro in seguito alla pausa forzata della pandemia e le ultime novità (il singolo Come la vita, in uscita oggi), abbiamo fatto due chiacchiere con Francesca Mercurio e Roberto Testa.

Partiamo da una domanda forse scontata, come mai vi chiamate Fran e i pensieri molesti?
Roberto Testa: «Fran sta per Francesca, perché il progetto cantautorale è stata una sua idea e tuttora i testi sono scritti da lei, anche se il tema generale di ogni brano viene spesso scelto collettivamente. Per i “pensieri molesti” invece ci sono due spiegazioni. La prima riguarda il contenuto dei nostri brani, che vogliono stuzzicare chi ascolta, stimolando a riflettere su tematiche scomode, entrando nella testa delle persone in modo “molesto”. La seconda, sicuramente meno affascinante, risale a una delle prime esibizioni pubbliche del gruppo. Stavamo partecipando a un contest, ma non avevamo ancora un nome definitivo. Nell’attesa ci siamo divertiti a giocare con degli indovinelli chiamati “grattacapi” e scherzando ci siamo detti che erano proprio “pensieri molesti” e da lì è nato il nome del gruppo».

Che tipo di musica avete fatto nel corso degli anni?
Francesca Mercurio: «Non ci piace stare fermi e ci divertiamo a sperimentare sempre nuovi generi musicali: siamo passati così dal folk-cantautorale all’indie elettronica per poi virare decisamente sul pop, mantenendo però la nostra identità soprattutto a livello di testi e composizione. Affrontiamo sempre tematiche profonde nei nostri brani, che spesso trattano problematiche sociali come la guerra, la prostituzione, l’isolamento, la pazzia, l’alienazione, le diverse discriminazioni. Tuttavia, anche nei pezzi che parlano d’amore, non siamo mai superficiali, scavando a fondo nella storia della relazione e indagando tutte le difficoltà emotive».

Parlaci del vostro nuovo singolo.
R.T.: «Come la vita esce oggi 11 gennaio ed è il frutto di numerose riflessioni sorte durante la pausa forzata della pandemia. Nonostante sia stato necessario tantissimo lavoro, è uno dei brani più leggeri che abbiamo mai scritto e parla delle “sfortune” amorose che ogni giorno ci capitano. Insomma, quando ti innamori di una persona, sai già che finirà malissimo e tu in ogni caso ci rimetterai di più. La produzione è stata curata da Giorgio Pesenti del gruppo Iside ed Elio Biffi dei Pinguini Tattici Nucleari. Segna una svolta decisa a livello di sound che ci piace tanto, soprattutto per la sua freschezza. Ci auguriamo che questo cambiamento sia apprezzato anche dal pubblico».

Com’è cambiata in seguito al Covid la scena musicale torinese?
F.M.: «Prima della pandemia c’erano tante piccole realtà che a volte collaboravano e a volte si scontravano tra loro. Oggi, per vari motivi, alcuni locali hanno chiuso e altri hanno dovuto limitare la loro programmazione. Di conseguenza, tutto l’ambiente ne ha risentito: ci sono molti meno momenti di contatto e le possibilità di collaborazioni artistiche sono sempre più limitate. Per il futuro speriamo che Torino si risvegli e torni a essere all’altezza degli artisti che ha sempre tenuto tra le sue braccia».

C’è un pezzo composto in questi sei anni a cui siete particolarmente affezionati?
R.T.: «Effettivamente, c’è un brano nuovo che abbiamo scritto e a cui siamo così tanto legati che per ora vogliamo coccolare e tenere solo per noi, ma prima o poi lo condivideremo con tuttə! Tra i brani già usciti invece, Mania del maggio 2019 ci fa venire quell’inspiegabile brivido alla schiena ogni volta che lo suoniamo o quando rivediamo il videoclip. Saranno state le lacrime, gli sforzi, ma anche le gioie causate da questa canzone negli anni a renderla così significativa per noi… Forse siamo un po’ esagerati, però è bello così».

 

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Categorie: Musica

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