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11 Luglio 2022

Il racconto delle finali di Balon Mundial

Il torneo di calcio a 5 per comunità di migranti ha visto trionfare la Romania nel tabellone maschile, il femminile va all’Italia Avis che riesce a impedire la vittoria alla sorpresa Iran

Antonio Tedesco

Giocatori Romania finali Balon Mundial

La Romania ha vinto il torneo maschile di Balon Mundial

Domenica 10 luglio, ore 18, Circolo Da Giau. Che Balon Mundial sia una tradizione ormai radicata non è difficile da capire. Trovarsi qui e girare tra il campetto e le tifoserie nella giornata conclusiva del torneo condensa e restituisce una sensazione di “casa” con pochi eguali.
L’atmosfera accesa che circonda il terreno di gioco vede mischiarsi maglie di tutti i colori, dal verdeoro brasiliano all’arancionero ivoriano, dal giallorossoblù rumeno all’azzurro italiano, e anche chi non ha più la sua squadra da tifare si presenta a dare sostegno, come i peruviani e i colombiani. Perché poi le “giocate” più belle sono quelle che si vedono tra i sostenitori, uno accanto all’altro, indifferentemente dai colori indossati, che incitano i giocatori e contribuiscono allo spettacolo. E quindi è così che gli ecuadoregni, dopo aver perso la finale femminile per il 3° posto contro le brasiliane, diventano comunque i più scatenati nel tifare a gran voce durante le due finalissime.
Ed è notevole come la condivisione della curva tra rumeni e ivoriani diventi sì, un terreno di scontro ravvicinato – dove polemizzare per il fallo non dato o prendersi in giro per il tiro terminato ben oltre la traversa – ma allo stesso tempo uno spazio di fraternità, dove i cori per le rispettive squadre di appartenenza diventano una cosa sola e ben amalgamata. La finale per la cronaca è terminata con la vittoria ai rigori della Romania dopo una gara ricca di colpi di scena: iniziale vantaggio rumeno, rimonta ivoriana e pareggio allo scadere. Per concludere con la grande empatia ispirata dalla squadra iraniana, quasi vicina a strappare la vittoria del torneo femminile in rimonta sull’Avis Italia, ma bloccata sul più bello ai rigori.

LE STORIE DELLE SQUADRE: ROMANIA E COSTA D’AVORIO
A margine delle finali abbiamo raccolto le dichiarazioni di alcuni rappresentanti delle formazioni finaliste, testimonianza diretta di come il progetto Balon Mundial abbia impattato positivamente nelle comunità di migranti.
A parlarci della Romania è l’allenatore Gheorghe Betea: «E’ sempre un grande piacere venire qui a incontrarsi per giocare. La nostra squadra è basata sul momento di svago, ci vediamo per divertirci dopo le 8-10 ore di lavoro, fondamentale per trovarci e stare assieme. Tra l’altro possiamo contare su una buona qualità, molti di noi giocano nel circuito Uisp e siamo radicati a Torino con società come Steaua e Dynamo Torino, fondate da noi. Il nostro giocatore più forte è il portiere Catalin Gherasimescu, con esperienze nella Serie A e nella Serie B rumena». Portiere che in effetti si è poi rivelato decisivo ai rigori contro la Costa d’Avorio.
Ivoriani di cui invece ci racconta Franck Bahi: «Cerchiamo di integrare chiunque, facciamo i provini e chi è bravo gioca, altrimenti si trova sempre un ruolo per dare un contributo alla comunità. Questa attività è anche un motivo per vederci nei weekend visto che nella settimana tutti lavoriamo, e in questo modo teniamo il gruppo unito. E’ importante perché ci aiutiamo tra di noi per qualsiasi cosa, non siamo solo squadra di calcio ma anche una famiglia».

AVIS ITALIA E IRAN
La referente Avis per la squadra femminile Carmi Terzulli segue il progetto fin dall’inizio: «La nostra squadra di calcetto esiste da circa 10 anni con il nome di Give me Five, composta  soprattutto da studentesse. Nel 2014 inizia la collaborazione con Avis partendo dalla volontà di creare un progetto serio per fare crescere le ragazze anche a livello sportivo e promuovere anche le donazioni di sangue. L’Avis quindi ci ha integrate e siamo diventate a tutti gli effetti squadra dell’associazione. Nel 2016 i volontari del Balon ci hanno contattati e abbiamo partecipato al torneo come Avis la prima volta, da lì in avanti abbiamo rappresentato l’Italia».
A guidare l’Iran è invece Kasra Chalabi, tanta esperienza da allenatore perché nel suo paese era tecnico di una squadra maschile. Trasferitosi a Torino per studiare al Politecnico, ha continuato la sua attività in panchina tra società cittadine e soprattutto anche alla guida della Juventus Under-19 femminile. Tutto partito da un evento particolare: «La squadra iraniana è nata ufficialmente l’8 marzo 2013. Dal gruppo Facebook Iran a Torino abbiamo fatto girare la volontà di creare una formazione femminile, raccogliendo numerose adesioni. In occasione della Festa della Donna abbiamo poi organizzato una partita con una squadra del Camerun: così è iniziata questa meravigliosa avventura che ci tiene assieme. Attualmente solo due ragazze sono qui da più tempo, tutte le altre arrivate nell’ultimo anno. Un modo in più per tenere stretti i rapporti della comunità e darci sempre una mano».

 

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Categorie: Sport

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