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7 Ottobre 2022

Affitti a Torino: le difficoltà di chi cerca casa

Nel primo di una serie di articoli proponiamo due testimonianze per capire come funzioni la ricerca di appartamenti per chi studia o lavora da fuori sede

Antonio Tedesco

Banconote e portachiavi con casetta - affitti

E’ sempre più difficile trovare case in affitto

La riapertura a pieno regime degli atenei e il progressivo abbandono dello smartworking stanno riportando a Torino molte persone dopo il periodo pandemico. Una situazione che chiunque cerchi casa in questo periodo sta avvertendo come un problema non da poco, nella compulsiva ricerca di una stanza o un posto letto tra i vari annunci su internet, tra le agenzie, o sui gruppi Facebook dedicati a tale scopo.
Visto il fenomeno, che continua a ripetersi periodicamente e non solo nel capoluogo piemontese, nelle prossime settimane con una serie di articoli cercheremo di analizzare il mercato degli affitti da vari punti di vista. Per iniziare, abbiamo raccolto due testimonianze per farci spiegare in prima persona quale sia la situazione attuale per chi insegue il sogno – o forse il miraggio – di una casa.

Partiamo da Gabriella, che da poco ha finito la laurea magistrale e cercando un nuovo alloggio si è trovata nel difficile caso di non poter fare registrare il contratto a suo nome: «Con il mio ragazzo abbiamo iniziato a cercare un appartamento in affitto dal 2019, prima della pandemia, trovando un bilocale dopo 4-5 mesi di ricerche al costo di 620 € al mese, escluse le spese. All’inizio del 2021 circa, giustificando il motivo con l’aumento dei prezzi post-Covid, ci hanno ulteriormente aumentato l’affitto di 60 euro. Abbiamo quindi deciso di cercare un’altra casa. In questa nuova ricerca – continua – abbiamo fin da subito notato che ormai a livello di prezzi affittare vicino alle zone centrali o in zone più periferiche fa poca differenza. Così ci abbiamo messo praticamente un anno e mezzo a trovare una casa, visitandone decine e trovando soluzioni che costavano tanto ma che non valevano affatto quel prezzo, o costavano poco ma erano da arredare».
Alla fine Gabriella si è dovuta far aiutare da un’agenzia immobiliare: «Gran parte di esse sono scandalose per le condizioni delle case proposte e il contestuale pagamento di intermediazione che richiedono. La casa che abbiamo trovato dopo mille peripezie – conclude Gabriella – ha richiesto delle precise garanzie, come un lavoro a tempo indeterminato. Non avendo io ancora un impiego fisso, il contratto è stato quindi fatto solamente a nome del mio ragazzo, il che non mi consente di fare il cambio di residenza a Torino, quindi di spostare qui il medico di famiglia o altre pratiche burocratiche».

La seconda testimonianza è quella di Giorgio: «Ho iniziato a cercare casa sei mesi fa. Non che non mi trovi bene dove sono ora, ma purtroppo sotto c’è un locale che si dilunga nella musica notturna e non mi consente di dormire. In questi mesi mi è capitato di tutto e di più: dalle agenzie che fissano gli appuntamenti e non si presentano o non rispondono più, a quelle che mettendo gli open house in orari lavorativi non mi consentono di poter visionare le case. Capita spesso che, vista l’alta richiesta, un annuncio messo il giorno prima sia già pieno di appuntamenti – prosegue – e l’agenzia quindi non ne prenda più. La maggior parte delle case che ho visto era in stato pietoso e a prezzi che non si potevano prendere in considerazione per rapporto qualità/prezzo. Sono arrivato al punto che andrò a vedere un appartamento non arredato, dove a comprare mobili e quanto serve sarò quindi io, aggiungendo alla spesa che dovrei fare per l’affitto una somma considerevole».
Per ragioni di lavoro Giorgio cerca un alloggio che sia vicino alla stazione di Porta Susa e quindi nei quartieri di San Donato, Cit Turin o zone limitrofe. Condizione che gli fa notare la differenza sul prezzo: «Rispetto a tre anni fa le cifre sono salite tantissimo, a parità di condizione direi all’incirca di 150 € in più nella zona di mio interesse. A questo si aggiungono le due mensilità di caparra alle agenzie per servizi inesistenti, visto che trovare direttamente da privati è ormai diventato impossibile».

 

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Categorie: Economia

Commenti (1)

  1. Valeria ha detto:

    Forse è arrivato seriamente il momento di fare un esposto al Comune, il solo che può prendere dei provvedimenti.

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