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14 Aprile 2021
I Bucanieri dei boschi, pirati green per la pulizia del verde urbano
Quattro chiacchiere con la ciurma di volontari ecologisti che da mesi raccoglie i rifiuti abbandonati nei parchi pubblici di Torino
Fabiana Re
“La natura non è un posto da visitare. È casa nostra”. Le parole del poeta Gary Snyder sono il mantra dei Bucanieri dei boschi, gruppo di volontari impegnati nella pulizia del verde cittadino.
Ogni weekend questi energici “pirati green” si incontrano per raccogliere i rifiuti nei parchi torinesi, trovando veri e propri “tesori” abbandonati nella natura. Ne parliamo con Luca Ferroni, fondatore della squadra.
Come nasce il vostro gruppo?
«I Bucanieri dei Boschi sono nati quando alcuni volontari ecologisti hanno deciso di dare un’identità a un gruppo che si era formato nelle settimane precedenti. Tutto era iniziato molto in piccolo, addirittura in solitaria, quando a gennaio ho deciso di pulire i parchi vicino a casa mia a Torino. Ho cominciato da solo, raccogliendo bottiglie e cartacce al parco Colonnetti, poi sono tornato con due amici e la settimana successiva, grazie a Greenpeace Torino e al passaparola, eravamo in quindici a pulire il Parco del Boschetto. Da allora ci siamo ritrovati molte altre volte e abbiamo raccolto ogni settimana decine di sacchi di rifiuti. Avendo visto che i partecipanti crescevano, abbiamo creato un gruppo su Facebook per mostrare a tutti il nostro lavoro e invitare altre persone a unirsi a noi. Per la scelta del nome volevamo qualcosa di originale e che mostrasse che siamo un gruppo d’azione, più che di parole, e “Bucanieri dei boschi” trasmette questa idea».
Quanti volontari fanno parte della squadra?
«Al momento su Facebook siamo circa una settantina, mentre durante gli eventi di pulizia il numero è molto variabile ma in qualche occasione eravamo una ventina di persone, non male per un gruppo nato da poco e con le difficoltà di spostamento attuali. Abbiamo persone di ogni età, ma in prevalenza giovani tra i 20 e i 35 anni. Molti di noi fanno parte di movimenti ambientalisti come Greenpeace, Extinction Rebellion, Fridays for Future o Io mi rifiuto, altri si uniscono per il semplice desiderio di fare del bene all’ambiente».
Quale genere di rifiuti trovate durante la raccolta?
«Siamo un manipolo di bucanieri molto fortunati: ovunque andiamo, scopriamo ricchi tesori sepolti che ci aspettano! Ma se volessimo suddividerli in due gruppi distinti, potremmo chiamare il primo quello dei materiali “normali” e il secondo quello dei materiali “speciali”. I primi sono più piccoli e si potrebbero facilmente riciclare nei contenitori della raccolta differenziata, ad esempio lattine, bottiglie di plastica o cartacce. I materiali “speciali” sono invece di grandi dimensioni e non si possono comodamente gettare nel cassonetto. Cerchioni, copertoni e camere d’aria di automobili e camion, cruscotti e sedili, perfino water, pali di metallo, reti, teli di plastica, materassi e tappeti, vestiti… A volte, purtroppo, questi materiali sono la maggioranza. Probabilmente non siamo i soli pirati nella zona. Gli altri sotterrano i propri tesori e se ne scordano per sempre; la nostra banda di bucanieri, invece, desidera riportarli alla luce».
Come ci si può unire ai Bucanieri dei boschi?
«Quello dei Bucanieri è un gruppo aperto a tutti, accogliente e pronto a espandersi. Chiunque può unirsi semplicemente presentandosi agli appuntamenti. Servono vestiti comodi, guanti robusti, l’immancabile mascherina e, se possibile, qualche sacco dell’immondizia. Per le informazioni pratiche basta tenersi aggiornati sulla pagina Facebook, dove vengono comunicati luogo e date degli incontri. Solitamente ci incontriamo al mattino nei weekend, per dare modo a più persone di partecipare».
Cosa vi ispira ad agire?
«Sono tante le cose che spingono ciascuno di noi a mettersi in gioco. Penso innanzitutto la voglia di fare qualcosa per rendere gli spazi verdi della nostra città più vivibili. Ci muove una grande forza e lo si vede dalla passione e dal buonumore che mettiamo in ogni campagna di raccolta, consapevoli che, per quanto piccolo, quel pezzetto di mondo sarà più pulito dopo la nostra attività. È fortissima anche la speranza che le nostre azioni possano essere d’esempio per gli altri, per renderli più attenti e consapevoli della preziosità della natura che li circonda. Infine è molto bello vedere come attività di questo genere scaldino il cuore e creino legami profondi tra le persone, grazie all’unità che si crea lottando per obiettivi comuni e credendo negli stessi valori. Ogni raccolta dà una sensazione quasi catartica, liberatoria per l’anima e alla fine ci si sente più felici».