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15 Dicembre 2021

Torino e le donne: piccole e grandi storie dal Medioevo a oggi

L’Archivio Storico ospita una mostra temporanea dedicata a importanti figure femminili nella storia della città

Adele Geja

Fotografia in bianco e nero di donne in fabbrica - Torino e le donne

Una foto della mostra Torino e le donne

Più di 250 fotografie, documenti e oggetti originali che illustrano l’importanza della donna nei secoli passati, le battaglie politiche e sociali del ‘900, ma anche le vite di cittadine che hanno lasciato un’impronta nell’arte, nella letteratura e nello spettacolo, nel lavoro e nello sport.
È questo ciò che aspetta il visitatore nei locali dell’Archivio Storico della Città di Torino (via Barbaroux 32), dove fino al 31 marzo si può visitare la mostra Torino e le donne. Piccole e grandi storie dal Medioevo a oggi, con ingresso gratuito previa prenotazione telefonica.

Il primo documento esposto risale al XII secolo: una pergamena del 1111 tramite cui Torino riceve i diritti sulla riscossione dei pedaggi per la strada verso la Francia. A concederli è l’imperatore Enrico IV, genero di Adelaide di Susa, contessa di Torino, che portò i Savoia al di qua delle Alpi intorno al 1104 grazie al suo matrimonio con Oddone di Moriana-Savoia.

Si passa poi ad altre due donne importanti per la storia sabauda: Cristina di Savoia, sorella di Luigi XIII re di Francia e sposa di Vittorio Amedeo I e Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, che sposò nel 1665 il figlio di Cristina, Carlo Emanuele II. Entrambe, alla morte del marito, ressero il Ducato e furono perciò chiamate “Madame Reali”: è a loro che si deve il nome dell’attuale Palazzo Madama in piazza Castello.

Con un grosso salto temporale si arriva ai temi della scuola e dell’istruzione, a partire dalla promulgazione della legge Casati nel 1861, che rese obbligatorio e gratuito il primo biennio di scuola elementare per i bambini di entrambi i sessi, fino alle prime torinesi che a partire dal 1875 frequentarono l’università, come Anna Kuliscioff ed Emma Strada.

Ampio spazio è poi riservato ai diritti delle donne, con fotografie delle celebrazioni cittadine dell’8 Marzo, data scelta originariamente dalla seconda Conferenza internazionale delle donne comuniste per la Giornata della Donna in seguito alla protesta dell’8 marzo 1917, quando le cittadine di San Pietroburgo protestarono in piazza per chiedere la fine della guerra, dando il via alla Rivoluzione di Febbraio.

Si passa in seguito attraverso il regime fascista, con la sua politica demografica natalista che premiava le madri più prolifiche e le immagini delle numerose famiglie di immigrati meridionali che arrivarono in massa fra gli anni Cinquanta e Sessanta in una Torino non ancora dotata di adeguati servizi e infrastrutture.

Contrariamente ai tradizionali ruoli di mogli e madri, le donne hanno sempre lavorato: il lavoro femminile, sinonimo di emancipazione ma spesso di sfruttamento e discriminazioni, è presente in numerosi pannelli dell’esposizione.
Le illustrazioni e le fotografie ripercorrono i mestieri più comuni tra le torinesi: lavandaie, ostetriche, istitutrici, bambinaie, tessitrici e operaie. Un posto speciale è riservato alle sartine – così numerose in città che fino alla Seconda Guerra Mondiale Torino era considerata una delle capitali della moda – e ai periodi bellici, in cui le donne sostituirono gli uomini impegnati al fronte in molte mansioni “maschili”.

Seguendo il filo cronologico le fotografie e i documenti ripercorrono il periodo della Seconda Guerra Mondiale, tra storie di persecuzione in seguito all’emanazione delle leggi razziali e i racconti di donne partigiane, come Bianca Guidetti Serra, Camilla Ravera e Ada Gobetti.
Quest’ultima, compagna del più noto Piero e tra le fondatrici del Partito d’Azione, militerà nell’immediato dopoguerra anche nella Giunta Popolare, organo collegiale insediatosi a Torino all’indomani della Liberazione, che fungeva sia da Consiglio sia da Giunta comunale.

La mostra ricorda anche le prime elezioni comunali di Torino a suffragio davvero universale, svoltesi il 10 novembre 1946, che videro anche alcune donne tra le elette, appartenenti soprattutto ai partiti di sinistra.
La sezione della mostra dedicata all’impegno civico e politico prosegue con le fotografie delle Sindache – Maria Magnani Noya, Giovanna Cattaneo Incisa e Chiara Appendino – e delle cittadine onorarie Rita Levi Montalcini e Liliana Segre.

Si prosegue poi tra letteratura, arte e sport al femminile tra Ottocento e Novecento, per concludere infine con un approfondimento sulle artiste torinesi del cinema, della televisione, del teatro e della canzone: dalle “stelle” del comico e produttore televisivo Erminio Macario fino a Rita Pavone, Carla Bruni e Luciana Littizzetto.

Torino e le donne termina qui, ma la visita non è finita: in occasione delle Atp Finals, è stata inaugurata Regine del tennis. Storie di campionesse agli inizi del Novecento, breve mostra fotografica in cui sono presentate alcune celebri atlete attive nella prima metà del secolo, che da “pioniere” hanno favorito un cambiamento del ruolo della donna nel mondo sportivo e non.

 

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Categorie: Scoprire Torino

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