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6 Giugno 2024

Annunciati i finalisti del Premio Strega 2024

Presentati i titoli che competeranno per la vittoria di luglio: quest’anno sarà una finale a sei candidati

Sara Masella

Sei autori davanti alle copertine dei propri libri - Premio Strega 2024

I finalisti del Premio Strega 2024

Ieri sera il Premio Strega ha annunciato i 6 libri – selezionati a partire dalla dozzina candidata – che si disputeranno l’edizione 2024: una sestina invece della tradizionale cinquina.
Da regolamento, infatti, se tra i 5 titoli scelti figurano solo grandi case editrici, accede alla finale anche il libro più votato pubblicato da un piccolo editore, in questo caso Autobiogrammatica di Tommaso Giartosio.

Il romanzo che ha ricevuto più voti è L’età fragile (Einaudi) di Donatella di Pietrantonio, già vincitore quest’anno del Premio Strega Giovani. Il libro racconta la storia di una famiglia sospesa nel segreto ai piedi di una montagna abruzzese – il Dente del Lupo – dove tanti anni prima due ragazze furono uccise dopo una violenza sessuale.
La protagonista Lucia, davanti al cupo silenzio della figlia e al rischio di perdere la memoria del territorio, riconosce la necessità di affrontare il passato e l’importanza di raccontare il trauma per poter guarire dalle ferite.

Il secondo libro della lista è Invernale (La nave di Teseo) di Dario Voltolini. Il papà di Dario è un macellaio: i tagli di carne sono il suo mestiere e la sua arte. Ma un giorno qualcosa va storto: il coltellaccio che usa quotidianamente lo tradisce, mozzandogli un pollice. Un batterio lo contamina e quella che all’inizio sembra un’infezione curabile si trasforma in una condanna che porterà alla morte prematura.
Voltolini si interroga su quanto gli rimanga di questo padre perso prima del tempo, dialogando con lui con un’intimità ritrovata.

Al terzo posto Chi dice e chi tace (Sellerio) di Chiara Valerio: negli anni ‘70 Vittoria arriva a Scauri – un paese del basso Lazio – accompagnata da Mara, una giovane ragazza che potrebbe essere sua figlia. Vittoria, affabile ma distaccata, non è capita dal paese che pur la riconosce come parte della comunità. Un giorno, però, viene trovata morta nella sua vasca da bagno: una fine improbabile che tutti accettano in silenzio, tranne l’avvocata Lea Russo, che vuole capire chi è realmente Vittoria e scoprire le cause della sua morte.
In un romanzo che prende la forma dell’inchiesta, Chiara Valerio riflette su quanto sfuggente sia tutto ciò che sappiamo degli altri (e di noi stessi).

A seguire Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli): protagonista è Mauro Barbi, storico che ha dedicato anni di studio a una piccola glaciazione avvenuta nel tardo ‘500 sul territorio del lago di Costanza, in Germania. Ora, nonostante il grande caldo, è come se lui stesso fosse congelato nel tempo: cerca di aggiustare i ricordi delle persone che ama e ha amato, mosso dalla domanda “cosa ricordano, gli altri, di noi?”. È per questa ragione che dopo anni torna proprio su quel lago sperando di trovarvi le risposte che cerca e di ritrovarsi.
In questo suo romanzo profondamente umano (a dispetto del titolo) Di Paolo indaga i disastri climatici delle nostre vite, con il gelo che nasconde e il disgelo che riporta alla luce.

Il quinto posto se lo aggiudica Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori). È il primo anno scolastico dall’Italia liberata: tra le alunne della giovane insegnante Gilla c’è Francesca, una bambina intelligente e capace che arriva da un orfanotrofio e non parla. Se la maestra vuole liberarsi dal passato Francesca vorrebbe tornarci, perché lì è rimasta la sua famiglia prima che le leggi razziali la separassero.
Un romanzo di dolore, rinascita ed empatia in cui ogni personaggio si racconta e solo alla fine – con l’aiuto di un gatto – il lettore potrà rimettere insieme i pezzi.

Tocca infine ad Autobiogrammatica (minimum fax) di Tommaso Giartosio, altrimenti all’ottavo posto. Un’opera che esplora il legame tra l’apprendimento del linguaggio – alfabeto, lessico famigliare, lingue straniere, poesia – e la sfera dei sentimenti e della ricerca di un posto nel mondo: quali parole racchiudono le nostre paure? Quali il nostro affetto?
La lingua esce così dalla critica e dalla saggistica per diventare un importantissimo, se non l’unico, mezzo per dare un senso alla nostra identità e al nostro vissuto.

Il vincitore della 78ª edizione del Premio sarà proclamato il 4 luglio a Roma: in attesa della serata finale – che come sempre sarà trasmessa in diretta su Rai 3 – non ci resta che leggere.

 

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Categorie: Cultura, Primo piano

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